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La storia

Le proteste dei medici specializzandi: "Non siamo eterni studenti"

David Allegranti

Dal ministero della Salute: "Non hanno capito l’enormità dell’operazione della vaccinazione. Raggiungere 40-45 milioni di persone in pochi mesi: 115 mila al giorno”, dicono fonti del ministero. I medici però contestano la scelta dei crediti formativi: “Questo aspetto lo discuteranno con Manfredi. Si possono togliere i crediti”.

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Sono state finalmente pubblicate le assegnazioni per le Scuole di specializzazione di Medicina. Una storia infinita – che il Foglio segue da settembre – che ha tenuto bloccate migliaia di giovani medici in attesa di poter iniziare la formazione il prossimo 26 gennaio 2021. Si è già aperto però un nuovo capitolo con la protesta dei medici specializzandi spediti a fare vaccini. 

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Sono state finalmente pubblicate le assegnazioni per le Scuole di specializzazione di Medicina. Una storia infinita – che il Foglio segue da settembre – che ha tenuto bloccate migliaia di giovani medici in attesa di poter iniziare la formazione il prossimo 26 gennaio 2021. Si è già aperto però un nuovo capitolo con la protesta dei medici specializzandi spediti a fare vaccini. 

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Come raccontato dal Foglio l’11 dicembre scorso, il primo dicembre il ministero dell’Università e della Ricerca ha inviato al presidente della Conferenza dei presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia una lettera firmata dal segretario generale Maria Letizia Melina per reclutare gli specializzandi e i dirottarli per la futura campagna di profilassi vaccinale in cambio di 4 crediti formativi. La proposta, condivisa anche dal ministero della Salute, è stata dunque accolta. Non, però, dai medici in formazione: alcune associazioni, come Chi si cura di te?, hanno proclamato uno stato di agitazione per protesta contro le scelte del ministro Gaetano Manfredi. 

    
Il ministro da giorni è sotto attacco da parte dei giovani medici per la richiesta di reclutamento per la campagna vaccinale. “Giusto chiedere loro una mano in un momento difficile per il Paese”, ha detto Manfredi in un’intervista alla Stampa. “Proporrò che possano aderire solo su base volontaria, se la ritengono una valida esperienza formativa. E, comunque, andrebbero a fare le vaccinazioni al massimo per un mese ciascuno”. Compenso: 4 crediti formativi. E perché nessun compenso? “Sono medici che continuano a studiare”, ha ribattuto Manfredi. “Questa polemica mi ha sorpreso e non mi è piaciuta. Come ministero dell’Università, visto che gli specializzandi in medicina sono gli unici che percepiscono già una borsa di studio, possiamo prevedere solo i crediti formativi. Nulla vieta che il ministero della Salute valuti un eventuale compenso per il servizio di vaccinazione”. 

  

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Eppure, spiega al Foglio Carlo Palermo, segretario dell’Anaao, “è inaccettabile che gli specializzandi siano considerati eterni studenti remunerabili con crediti formativi universitari. Si tratta di medici abilitati all’esercizio della professione. Siamo di fronte ad un escamotage, di bassa lega, per non remunerare dovutamente il lavoro medico. Infatti, la vaccinazione non rappresenta un percorso professionalizzante per la maggioranza delle specializzazioni”. Quello degli specializzandi, aggiunge Palermo, “rappresenta un bacino di circa 30 mila medici da cui attingere per allargare la base dei professionisti che dovranno inoculare il vaccino, non retribuirli adeguatamente rappresenta un errore strategico per il buon andamento della campagna. Si tratta dei futuri specialisti ai quali ci affideremo in caso di malattia e non mi sembra che il loro primo rapporto con la sanità pubblica sia dei migliori”. 

  
D’altronde, come spiega al Foglio un giovane medico, “lo specializzando studia e lavoro durante il corso gli anni della specializzazione proprio per avere, appunto, una formazione specialistica. Immagina se ci fosse un giorno un cardiologo con un ecg in mano e, paradossalmente, non lo sapesse leggere: in compenso però sarebbe abilissimo nel somministrare vaccini. Ovviamente è un esempio limite che però forse riesce a chiarire le richieste e le motivazioni del ‘corpo specializzandi’”. Le iniziative sono già partite: a Padova due giorni fa Mespad – Associazione Medici Specializzandi Padova, che ha lo scopo di tutelare i diritti dei giovani medici durante il loro percorso formativo – c’è stato “un primo flashmob perché non ci si nasconda dietro una formazione fittizia per sfruttare la nostra professionalità. Gli specializzandi sono già da febbraio in prima linea nell'emergenza covid. Come medici pretendiamo rispetto e come specialisti del domani esigiamo formazione di qualità”. 

  
La vicenda, come detto, non riguarda soltanto il ministero dell’Università ma, in parte, anche quello della Salute. La delega è di Manfredi, ma anche nel ministero di Roberto Speranza c’è disappunto per la reazione dei medici specializzandi: “Salvare le persone non è dignitoso? Tutelare la salute per un medio cosa è? Vuol dire che non hanno capito l’enormità dell’operazione della vaccinazione. Raggiungere 40-45 milioni di persone in pochi mesi: 115 mila al giorno”, dicono fonti del ministero. I medici però contestano la scelta dei crediti formativi, dicono che non possono essere trattati da eterni studenti. “Questo aspetto lo discuteranno con Manfredi. Si possono togliere i crediti”, dicono ancora al Foglio dal ministero della Salute, dove però precisano che non c’è nessun tentativo di interferire con Manfredi.

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