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Covid, in Veneto Zaia chiude i confini comunali dalle 14. Domani il cdm sulle restrizioni nazionali

redazione

Allerta per i numeri che non calano. Il governatore annuncia un'ordinanza in vigore da sabato, anticipando il governo, che venerdì discuterà le misure per il Natale. Ecco i dati che spiegano l'affanno della regione alle prese con il Covid

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Stando a quando si apprende da fonti del governo, il Consiglio dei ministri in cui verranno analizzate ed eventualmente assunte le nuove restrizioni per il periodo delle festività natalizie, si terrà domani alle 18. 

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 Il cdm sulle restrizioni nazionali domani alle 18

Stando a quando si apprende da fonti del governo, il Consiglio dei ministri in cui verranno analizzate ed eventualmente assunte le nuove restrizioni per il periodo delle festività natalizie, si terrà domani alle 18. 

 

Zaia chiude i confini comunali dalle ore 14 

Nel corso dell'usuale conferenza stampa da Marghera, il presidente del Veneto Luca Zaia ha anticipato che domani firmerà un'ordinanza con nuove restrizioni per limitare la diffusione del contagio da Covid-19. Dalla giornata di sabato 19 dicembre, infatti, non si potranno varcare i confini comunali dalle ore 14 in poi. Le attività commerciali rimarranno aperte ai residenti (con qualche deroga) fino alle 21. Ci si potrà spostare in un altro comune per fare la spesa solo se nel proprio non c'è un supermercato. Le misure, che resteranno in vigore fino al 6 gennaio, verrano rese note con più dettagli durante la giornata di domani. 

 

I numeri che spiegano l'affanno del sistema sanitario veneto 

 

Ma perchè Zaia introduce nuove restrizioni dopo che la regione è rimasta in zona gialla per settimane? Vediamo un po' di dati. Sono 948 i posti di terapia intensiva attualmente messi a disposizione dal Veneto. Si tratta quindi di 448 posti in più rispetto a marzo, ma 211 in meno di quanto sperava di potersi dotare la regione grazie al bando che durante la scorsa primavera il commissario Arcuri aveva lanciato per potenziare la sanità locale. Di questi, poi, sono solo 640 quelli già attivi, mentre i restanti sono attivabili anche grazie alla trasformazione di alcuni posti letto dalla sub-intensiva. 

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Per spiegarlo il governatore Zaia ieri ha voluto accanto a se Paolo Rosi, il direttore del Dipartimento Suem-118 della Regione, che sovrintende al piano per la distribuzione provincia per provincia dei posti in terapia intensiva e sub-intensiva. Dei 948, anche a causa di un'epidemia che nella regione più che rallentare è rimasta costante, 587 (il 62 per cento) sono già occupati, 378 dei quali da pazienti Covid. Per esemplificare la gravità della situazione, nello scenario peggiore, con tutti i posti di terapia intensiva occupati, come ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, verrebbero curati soltanto i pazienti affetti da Sars-Cov 2, e non verrebbe garantita l'assistenza ai malati non urgenti. Esattamente la definizione di un sistema al collasso e che ad esempio secondo gli indicatori stilati dalla cabina di regia di cui fanno parte regioni e Cts si raggiunge con il superamento di alcune soglie critiche, che nel caso delle terapie intensive è un tasso di occupazione superiore al 30 per cento. 

 

 

Mentre le regioni limitrofe, con il progredire della seconda ondata, a mano a mano si coloravano di rosso e di arancione, il Veneto è sempre rimasto in zona gialla. Questo anche grazie alla disponibilità di posti letto eventualmente attivabili con relativa semplicità. E però adesso che in quasi tutte le regioni i casi cominciano a decrescere, la regione è un caso isolato: secondo l'ultimo rapporto che analizza i casi settimanali, tra il 9 e il 15 dicembre si sono registrati 25.846 contagi, quando la settimana precedente erano stati 22817: una crescita del 13 per cento. Unito alla stabilità del tasso di occupazione delle terapie intensive (e dei reparti Covid non intensivi affollatti da più di 3mila pazienti) si capisce perché adesso persino a Zaia l'ipotesi di lockdown non appaia più così tanto bislacca. "Servono restrizioni, se non le fa il governo le faremo noi", aveva detto giusto un paio di giorni fa. Oggi l'annuncio dell'ordinanza, adottata senza aspettare le decisioni di Roma, che arriveranno non prima di domani pomeriggio, quando è previsto un Consiglio dei ministri per discutere tra le altre cose sulle misure per il periodo natalizio.

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