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Il Ministero ha offerto eccezionalmente l'acquisto centralizzato di dosi pediatriche aggiuntive. Non tutti le hanno opzionate (o ricevute).

Mistero anti-influenzale. Il pasticciaccio delle dosi mancanti di vaccino, lungo la dorsale Stato-Regioni

Come vaccinare i cittadini non a rischio, non over 65, non minori di 6 anni? Come evitare che il problema si ripeta?

Marianna Rizzini

Le Regioni virtuose, le Regioni ritardatarie, le aziende che non hanno consegnato, la farmacie. Piccola indagine su un caso "parallelo" alla pandemia

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La storia, per i cittadini che pur non essendo a rischio o ultrasessantacinquenni o minori di sei anni  volevano, vista la pandemia, fare il vaccino anti influenzale e farlo fare ai figli over 6, è iniziata così: con un’attesa di settimane, quando è andata bene, presso il medico di famiglia e con una trafila telefonica presso i centri vaccinali (per i bambini). Intanto però un’altra storia scorreva sulla dorsale stato-regioni. Ultima puntata, una teleconferenza del 27 ottobre.

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La storia, per i cittadini che pur non essendo a rischio o ultrasessantacinquenni o minori di sei anni  volevano, vista la pandemia, fare il vaccino anti influenzale e farlo fare ai figli over 6, è iniziata così: con un’attesa di settimane, quando è andata bene, presso il medico di famiglia e con una trafila telefonica presso i centri vaccinali (per i bambini). Intanto però un’altra storia scorreva sulla dorsale stato-regioni. Ultima puntata, una teleconferenza del 27 ottobre.

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Oggetto della teleconferenza: lo stato che eccezionalmente prospettava alle regioni, dietro loro richiesta, la possibilità di comprare per loro dosi addizionali di vaccino pediatrico anti influenzale Fluenz Tetra (AstraZeneca). Intanto, per i cittadini, i centri vaccinali rispondevano con gentili parole di temporeggiamento: “Richiami dopo il 13 novembre”, diceva il disco; “Richiami dopo il 26 novembre”; “Richiami dopo il 1° dicembre”;  “Richiami dopo il 10 dicembre”. Ieri, infine, ecco un “resti in linea” che si protraeva per più di 25 minuti. Poi chissà (i più pazienti o quelli con più tempo a disposizione sapranno).

 

E però ci sono regioni considerate “virtuose”, secondo la scala delle gare di acquisto vaccino, come il Lazio e la Toscana che a ieri non avevano ancora ricevuto, pur avendo richiesto rispettivamente cinquantamila e trentamila dosi, la fornitura ministeriale. E se ieri alla regione Toscana risultava, su domanda al fornitore, una consegna probabile per oggi, la soluzione prospettata con quell’acquisto eccezionale (i vaccini vengono infatti comprati di solito dalle regioni), in modo da potere usare le dosi di vaccino pediatrico per i bambini e “liberare” così quelle già acquistate per la fascia di cittadini attivi 18-59 anni, non risultava ancora percorribile. Perché le dosi opzionate sono in ritardo? Ma se questo è un piccolo mistero nella storia del vaccino anti influenzale, per il resto la vicenda parla di diverse velocità nell’attivazione delle regioni, nonostante la massiccia campagna pro vaccinazione – e di dosi non consegnate dalle aziende.

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E’ successo per esempio nel Lazio: pur avendo inoculato 1,5 milioni di dosi presso i  medici di medicina generale (112 mila nelle farmacie), raggiungendo a fine novembre un 40 per cento in più rispetto al totale della passata campagna antinfluenzale, ci si trova con dei “buchi”:  dei 2,4 milioni di dosi acquistate con gara fatta ad aprile, infatti (prima regione in Italia), alla fine se ne avranno poco più di 2 milioni. E’ mancata una consegna di Sanofi per circa 500 mila dosi (l’Avvocatura regionale ha diffidato l’azienda, che consegnerà ulteriori 100 mila dosi). “Ora l’obiettivo primario”, dicono dalla regione, “è completare la copertura degli over 65 al cento per cento”. E gli altri? E l’anno prossimo?

 

Anche in Emilia-Romagna, regione che non ha opzionato dosi di vaccino aggiuntivo proposto a livello centrale, parlano di “difficoltà nel  garantire un numero sufficiente di dosi vaccinali antinfluenzali a causa della mancata consegna di una parte di dosi da parte delle case farmaceutiche”. Ma si parla anche di un milione di persone vaccinate finora, oltre il doppio dell’anno scorso nello stesso periodo. Obiettivo: vaccinarne un milione e 400 mila entro fine dicembre, record assoluto per l’Emilia. La Toscana, che si è mossa con gli acquisti per tempo (a giugno), considera “raggiunto e superato” il proprio obiettivo di immunizzare circa un milione di persone, il 75 per cento delle categorie a rischio. E però comunque registra alcune mancate forniture. La Lombardia, regione che ha avuto ritardi e che non ha opzionato le dosi offerte dal ministero, oggi si considera in recupero e in attesa “di un’ultima fornitura”.

 

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Come se ne esce? Dice Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma: “Già dalla scorsa estate, Federfarma e Fofi hanno chiesto l’intervento delle autorità competenti, e il ministero si è infatti pronunciato”. Che cosa è mancato? “Ci si è mezzo di mezzo il Titolo V”, ancora problemi fra stato e regioni. “In ogni caso”, dice Tobia, “per evitare che il problema si ripeta abbiamo chiesto alle aziende di programmare le relative produzioni aziendali, destinate al mercato nazionale, in modo da consentire un’adeguata fornitura di vaccini alle farmacie, disposte ad acquistarli per il tramite dei distributori intermedi”. Ma su questo la parola va all’Aifa. 

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