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Covid, cosa sappiamo della "variante inglese" che riporta Londra in lockdown

Maria Carla Sicilia

C'è un nuovo ceppo di Sars-CoV-2 che secondo la Public Health England potrebbe essere più contagioso di quello che abbiamo conosciuto finora. Burioni: "Al momento non c'è motivo di preoccuparsi. Non ci sono evidenze che la mutazione possa sfuggire all'immunità indotta dal vaccino". Da domani Londra è di nuovo in zona rossa

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In questa pandemia gli inglesi non sono solo i primi ad aver autorizzato il vaccino anti Covid, da ieri sono anche gli unici a confrontarsi con una nuova variante del virus per il momento sconosciuta altrove. A Londra la tregua è durata solo due settimane e già da domattina tornerà la serrata su tutto, tranne scuole, palestre e negozi essenziali. Un nuovo lockdown che si rende necessario nonostante l’avvio della campagna di vaccinazione perché come ha spiegato il ministro della Salute Matt Hancock c’è “purtroppo un nuovo ceppo del Coronavirus che si sta espandendo a Londra e nel Kent, Inghilterra sud-orientale”.

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In questa pandemia gli inglesi non sono solo i primi ad aver autorizzato il vaccino anti Covid, da ieri sono anche gli unici a confrontarsi con una nuova variante del virus per il momento sconosciuta altrove. A Londra la tregua è durata solo due settimane e già da domattina tornerà la serrata su tutto, tranne scuole, palestre e negozi essenziali. Un nuovo lockdown che si rende necessario nonostante l’avvio della campagna di vaccinazione perché come ha spiegato il ministro della Salute Matt Hancock c’è “purtroppo un nuovo ceppo del Coronavirus che si sta espandendo a Londra e nel Kent, Inghilterra sud-orientale”.

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A preoccupare per il momento non è tanto la pericolosità della variante, ha detto Hancock, quanto la velocità con cui questa mutazione va diffondendosi. Ieri i nuovi contagi in tutto il Regno Unito sono stati 20.2063, domenica erano 18.447 e secondo la Public Health England in un giorno sono stati identificati 1.108 casi raggiunti dal nuovo ceppo. Ma se da un lato la notizia disorienta un paese che fino a pochi giorni fa si sentiva sollevato per essersi messo sulla buona strada contro il virus, dall’altro prevalgono prudenza e ottimismo, perché non ci sono evidenze scientifiche per dimostrare che questa mutazione sia più pericolosa o immune ai nuovi vaccini. Al Foglio lo conferma Roberto Burioni, spiegando che al momento non c’è motivo di preoccuparsi e che i titoli allarmistici sono del tutto fuori luogo. “Ho appena pubblicato un post con tutto quello che avevo da dire sul caso inglese”, ci dice, indirizzandoci verso il suo blog. Qui Burioni spiega che “non c’è ancora nessuna evidenza scientifica che questo mutante ‘inglese’ possa causare una malattia più grave, possa trasmettersi meglio o possa sfuggire all’immunità naturale o a quella indotta dal vaccino”. Di varianti ne nascono moltissime durante una pandemia, ricorda, e nella pandemia che abbiamo vissuto e conosciuto finora ce n’è solo una che può destare qualche motivo di preoccupazione, quella che ha contagiato i visoni. “Questo perché sembra che gli anticorpi delle persone guarite siano in grado di neutralizzare meno efficientemente questa variante. Però, siccome penso che pochi di voi abbiano in casa un visone se non sotto forma di pelliccia nell’armadio, la questione riguarda più la sanità pubblica che il singolo cittadino”.

 

Nel caso inglese invece la variante porta con sé una mutazione della proteina spike, quella attraverso cui il nuovo Coronavirus riesce a penetrare nelle cellule umane e per il momento l’unico sospetto lecito è quello che riguarda la contagiosità. “I cambiamenti in questa parte della proteina spike possono far sì che il virus diventi più contagioso e si diffonda più facilmente tra le persone”, ha spiegato la Public Health England, che consiglia di continuare a prestare attenzione alle regole che ormai conosciamo tutti, lavarsi spesso le mani e restare distanziati, perché solo così si può limitare il contagio.

 

Anche l’Organizzazione mondiale della sanità è intervenuta sul caso inglese, rassicurando soprattutto sull’immunità di questo ceppo del Sars-CoV-2, che non dovrebbe dimostrarsi più resistente dell’altro ai nuovi vaccini. È probabile che, come già accade con i vaccini antinfluenzali, anche quelli contro il Covid dovranno essere aggiornati di anno in anno, ha spiegato l’Oms, ma si tratta di un processo consolidato che non solleva preoccupazioni.

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“Da pochi giorni stiamo vedendo una concretissima via d’uscita da questo incubo grazie a un vaccino che sembra essere dotato di una fantastica efficacia”, conclude Burioni. “Concentriamoci su questo e su quello che è davvero importante, come il fatto che molti contagi avvengono all’interno dei nuclei familiari: meglio stare attenti durante queste feste di Natale, che io sono convinto saranno le ultime con questo virus tra i piedi”. A Londra, per il momento, resta ancora valido l’alleggerimento delle misure previste dal 23 al 27 dicembre, quando sarà permesso l’incontro tra tre nuclei familiari nelle abitazioni private a patto che siano sempre gli stessi tre. Un errore secondo medici e scienziati, che potrà costare nuovi focolai, e che ora appare ancora più rischioso alla luce della contagiosità del nuovo ceppo.

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