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Il caso

La rivolta dei medici contro il ministro Gaetano Manfredi

Nuovo rinvio per l'assegnazione dei candidati alle scuole di specializzazione di Medicina

David Allegranti

L’assegnazione è stata posticipata al 15 dicembre e se le cose non cambieranno i giovani medici dovranno prendere servizio il 30 dicembre. Avranno in sostanza a disposizione due settimane per cambiare città, in mezzo a una pandemia e a dicembre inoltrato. Sempre che non ci sia un rinvio

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Il Miur ha nuovamente rinviato l’assegnazione dei candidati alle scuole di specializzazione di Medicina. Una vicenda incredibile, dicono varie associazioni dei medici, che si sono schierate a difesa delle migliaia di giovani colleghi che hanno sostenuto ormai a settembre il concorso per accedere alle scuole dalle quali escono cardiologi, psichiatri, ortopedici, anestesisti. L’assegnazione è stata posticipata al 15 dicembre e se le cose non cambieranno i giovani medici dovranno prendere servizio il 30 dicembre. Avranno in sostanza a disposizione due settimane per cambiare città, in mezzo a una pandemia e a dicembre inoltrato. Sempre che anche l’inizio della scuola di specializzazione non subisca un rinvio. Questi medici, dice il virologo Roberto Burioni, “sono ancora a casa per continui rinvii della loro presa di servizio. È indispensabile sbloccare la situazione e portare immediatamente queste giovani forze in corsia”. Ma cosa sta succedendo da ormai settimane? “Tutti gli anni ci sono ricorsi, quest’anno ce ne sono di più perché il ministro ha fatto confusione con il bando – dice al Foglio il dottor Francesco Possanzini, uno dei medici che hanno partecipato al concorso di settembre, che oggi lavora nelle USCA e fa parte dell’associazione MUS - Medici Uniti per la Salute – cercando di non far partecipare al concorso quante più persone possibili, dicendo: se sei già specializzando e vuoi cambiare borsa, non ti metto i punti curriculum, se stai già facendo il corso per medico di base non puoi partecipare a questo concorso. In passato venivano assegnate borse in sovrannumero sulla base dei ricorsi vinti, la cosa allucinante in un momento di pandemia è che Manfredi non vuole assegnare borse in sovrannumero”.

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Il Miur ha nuovamente rinviato l’assegnazione dei candidati alle scuole di specializzazione di Medicina. Una vicenda incredibile, dicono varie associazioni dei medici, che si sono schierate a difesa delle migliaia di giovani colleghi che hanno sostenuto ormai a settembre il concorso per accedere alle scuole dalle quali escono cardiologi, psichiatri, ortopedici, anestesisti. L’assegnazione è stata posticipata al 15 dicembre e se le cose non cambieranno i giovani medici dovranno prendere servizio il 30 dicembre. Avranno in sostanza a disposizione due settimane per cambiare città, in mezzo a una pandemia e a dicembre inoltrato. Sempre che anche l’inizio della scuola di specializzazione non subisca un rinvio. Questi medici, dice il virologo Roberto Burioni, “sono ancora a casa per continui rinvii della loro presa di servizio. È indispensabile sbloccare la situazione e portare immediatamente queste giovani forze in corsia”. Ma cosa sta succedendo da ormai settimane? “Tutti gli anni ci sono ricorsi, quest’anno ce ne sono di più perché il ministro ha fatto confusione con il bando – dice al Foglio il dottor Francesco Possanzini, uno dei medici che hanno partecipato al concorso di settembre, che oggi lavora nelle USCA e fa parte dell’associazione MUS - Medici Uniti per la Salute – cercando di non far partecipare al concorso quante più persone possibili, dicendo: se sei già specializzando e vuoi cambiare borsa, non ti metto i punti curriculum, se stai già facendo il corso per medico di base non puoi partecipare a questo concorso. In passato venivano assegnate borse in sovrannumero sulla base dei ricorsi vinti, la cosa allucinante in un momento di pandemia è che Manfredi non vuole assegnare borse in sovrannumero”.

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Alcune associazioni stanno organizzando manifestazioni di piazza contro i traccheggiamenti e le decisioni prese dal ministro Gaetano Manfredi, che ieri è intervenuto con un video sulla sua pagina Facebook per dare spiegazioni ai giovani medici. Spiegazioni, evidentemente, considerate insufficienti. “In un momento di grave crisi sanitaria si continua a perseverare nel vergognoso ‘ping pong’ tra le Istituzioni a danno dei giovani medici che attendono di accedere alle scuole di specializzazione”, dicono i vari sindacati dei medici, uniti per l’occasione. “Lungaggini burocratiche insopportabili rispetto alle quali le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica chiedono di sbloccare con urgenza le assegnazioni per consentire ai colleghi di avere certezze e finalmente pianificare il proprio futuro. Intanto si chiede ai medici pensionati di tornare in corsia e, contemporaneamente, si impedisce ai giovani medici di fare il loro percorso di formazione lavoro. Non è più tempo di ‘giochetti’, il Covid ha portato morte e sofferenze, soprattutto tra gli operatori sanitari che non sono più disponibili a fare sconti a nessuno”. Insomma,  “se ministro e dirigenti del Ministero Università e Ricerca non sono in grado di svolgere il loro dovere di assicurare ai nostri giovani colleghi un percorso di formazione professionale e di successivo avvio al lavoro senza continui e inspiegabili intoppi, è giunto il momento che lascino i loro incarichi”.

 

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Duro anche il commento del sindacato giovanile: “Anaao Giovani e ALS sono disgustate per l’ennesimo rinvio delle assegnazioni, e quindi delle immatricolazioni, relative al concorso per la specializzazione in medicina 2020. Il signor ministro del Mur Gaetano Manfredi, unico reo di una gestione disastrosa dell’intera procedura concorsuale, ci ha finalmente ‘messo la faccia’ pur non assumendosi alcuna responsabilità. Siamo stufi di chiedere da mesi un confronto che sistematicamente non avviene per la mancata presenza del Ministro. Da mesi abbiamo evidenziato che le ultime modifiche del bando scoprivano il fianco a ricorsi. Siamo stufi di dover accogliere ciclicamente rinvii e sconsiderati scaricabarile, il cui unico effetto è alimentare la sfiducia nei confronti dell’esecutivo ministeriale”. Insomma, “è indecoroso ed offensivo inoltre dover attendere sempre l’ultimo momento per dare questo tipo di comunicazioni, quando era possibile, in via ufficiale, trasparente e collaborativa, ottenere un risultato decisamente più soddisfacente per tutti”. Nonostante vi sia un dialogo intermediato con il signor ministro, “ci dispiace dover constatare che tale confronto non risulta essere costruttivo, vedendo le nostre richieste ed i nostri appelli ignorati di continuo. Chiediamo un atto di responsabilità e serietà: finalizzazione delle procedure concorsuali e la conseguente e inevitabile presa d’atto di aver gestito questa vicenda nel peggior modo possibile e che sia decretata la fine di questo impianto concorsuale per l’accesso alle specialità e soprattutto che l’attuale inquadramento del medico in formazione venga profondamente riformato a favore di una reale formazione-lavoro”.

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