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Quando si dovrà scegliere tra normalità e vaccino i No vax forse si ricrederanno

Il complottismo in Europa prospera, ma tra libertà e teorie della cospirazione in molti sceglieranno la libertà

Micol Flammini

La disinformazione su Facebook fa crescere chi di immunizzarsi non vuol saperne. Ma probabilmente la vaccinazione sarà il nuovo passaporto per la normalità. Per viaggiare, andare a teatro, al ristorante, al cinema, in vacanza, allo stadio, a scuola, alle feste, dal medico. Cosa accadrà allora?

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I dati pubblicati da un sondaggio Ipsos, condotto per il World economic forum, mostrano che le persone – gli intervistati sono diciottomila in quindici paesi – non hanno alcuna fretta di farsi somministrare il vaccino contro il coronavirus. Ci sono gli scettici, quelli che preferiscono attendere per la rapidità con cui sono stati condotti questi test, e poi ci sono i No vax, che a questo vaccino, come a tutti gli altri, applicano teorie del complotto di vario genere. In Europa, i paesi in cui i cittadini sono meno propensi a farsi immunizzare sono la Francia e la Spagna dove soltanto il 12 e il 13 per cento si farebbero  vaccinare “immediatamente”, contro il 24 per cento degli italiani. Se si osserva la situazione a livello globale, da agosto a ottobre la fiducia delle persone nel vaccino è scesa di quattro punti e questa diminuzione è legata anche a una battente opera di disinformazione soprattutto su Facebook. 

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I dati pubblicati da un sondaggio Ipsos, condotto per il World economic forum, mostrano che le persone – gli intervistati sono diciottomila in quindici paesi – non hanno alcuna fretta di farsi somministrare il vaccino contro il coronavirus. Ci sono gli scettici, quelli che preferiscono attendere per la rapidità con cui sono stati condotti questi test, e poi ci sono i No vax, che a questo vaccino, come a tutti gli altri, applicano teorie del complotto di vario genere. In Europa, i paesi in cui i cittadini sono meno propensi a farsi immunizzare sono la Francia e la Spagna dove soltanto il 12 e il 13 per cento si farebbero  vaccinare “immediatamente”, contro il 24 per cento degli italiani. Se si osserva la situazione a livello globale, da agosto a ottobre la fiducia delle persone nel vaccino è scesa di quattro punti e questa diminuzione è legata anche a una battente opera di disinformazione soprattutto su Facebook. 

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CounterAction è una società di analisi del rischio digitale, che ha esaminato cosa è successo online durante questi mesi. Ha condiviso la sua analisi con il sito di notizie europee Politico e ha concluso che i post di disinformazione pubblicati su Facebook e che riguardano notizie sui vaccini è cresciuto molto da settembre e ha subìto un’accelerazione ulteriore dopo il primo annuncio di Pfizer. In Germania CounterAction ha rilevato più di 30 mila post con contenuti antisemiti o in cui le vaccinazioni venivano correlate all’Olocausto, post su cospirazioni, tentati genocidi, tutto condito con false informazioni sanitarie. In Francia è spesso citato il presidente Emmanuel Macron come creatore di un complotto con Big Pharma. C’è un filo rosso che collega tutta la disinformazione che spesso, per quanto estemporanea, riesce a passare rapidamente da paese in paese. Dice CounterAction che in questo aiuta anche la funzione di traduzione automatica di Facebook. I media legati al Cremlino, come Sputnik e Russia Today, si sono adoperati molto per screditare il lavoro degli scienziati occidentali e promuovere invece i risultati del vaccino russo, ma quello che viene fuori dai dati, dai sondaggi, dalla sfiducia, è che la disinformazione è un fatto molto più endogeno di quello che crediamo e ha a che fare con il concetto stesso di verità, cercata, confutata, presunta. Questa volta, però, la voglia di verità si è incrociata con una pandemia globale  e adesso si sta incrociando anche con il vaccino. Dopo le  notizie sui successi raggiunti dalle sperimentazioni, dopo i contratti dell’Ue, che è riuscita ad assicurarsi circa 860 milioni di dosi, abbastanza per immunizzare tutta la popolazione europea, la domanda è: quante persone si faranno vaccinare? 

 

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Nella maggior parte dei paesi europei non ci sarà l’obbligatorietà, ma il vaccino contro il coronavirus metterà i No vax, cresciuti dalle teorie complottiste sui social, di fronte a  scelte importanti. L’immunizzazione sarà probabilmente il nuovo passaporto per la normalità. Per viaggiare, andare a teatro, al ristorante, al cinema, in vacanza, allo stadio, a scuola, alle feste, dal medico, per salire sulle corriere o sugli aerei potrebbe essere richiesta una prova di vaccinazione. Cosa accadrà allora? Il mondo si dividerà tra vaccinati e non? I bar avranno sale per vaccinati e non? Ognuna con camerieri che serviranno ai tavoli a seconda della loro fede: vax o no vax? Ci saranno menù separati, vagoni, aerei separati? Simon Kuper del Financial Times è piuttosto ottimista: di fronte alla normalità ritrovata che sa molto di libertà anche chi su Facebook è pronto a riportare teorie del complotto  probabilmente sceglierà il vaccino. E comunque, anche se una piccola minoranza dovesse continuare a rifiutarsi, vaccinare soltanto il 50 o il 70 per cento della popolazione potrebbe essere sufficiente. Facebook sostiene che fermare tutta la disinformazione sia impossibile, ma forse sarà la realtà stessa a fermare i complotti, e il bisogno di normalità a convertire i No vax.

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