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Il Foglio salute

Il consumismo dei tamponi mina la sanità pubblica

Alessandro Venturi*

I servizi sanitari si sono trasformati in grandi magazzini. I tamponi hanno così sostituito i banditi aperitivi

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Tutti, bene o male, si sono accorti che c’è qualcosa che non va. Un ribaltamento epistemologico fondamentale di cui dà conto con lucidità Iona Heath nel saggio Contro il mercato della salute. Il morire come fallimento di un sistema sanitario. E non invece come l’inevitabile conclusione di ogni vita umana. In pochi mesi è venuto alla luce un cambiamento culturale che serpeggiava carsicamente nelle nostre comunità. L’estromissione della morte dalla vita di un uomo. Un tempo lo scopo dell’assistenza sanitaria era rispondere ai bisogni dei malati, alleviare il dolore e la sofferenza. Oggi è guarire, per assicurarci l’immortalità. Nel consegnarci il sacro Graal dell’immortalità, in nome della concorrenza si legittima la ricerca del profitto privato e il vantaggio individuale.

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Tutti, bene o male, si sono accorti che c’è qualcosa che non va. Un ribaltamento epistemologico fondamentale di cui dà conto con lucidità Iona Heath nel saggio Contro il mercato della salute. Il morire come fallimento di un sistema sanitario. E non invece come l’inevitabile conclusione di ogni vita umana. In pochi mesi è venuto alla luce un cambiamento culturale che serpeggiava carsicamente nelle nostre comunità. L’estromissione della morte dalla vita di un uomo. Un tempo lo scopo dell’assistenza sanitaria era rispondere ai bisogni dei malati, alleviare il dolore e la sofferenza. Oggi è guarire, per assicurarci l’immortalità. Nel consegnarci il sacro Graal dell’immortalità, in nome della concorrenza si legittima la ricerca del profitto privato e il vantaggio individuale.

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I servizi sanitari, complice una cultura aziendalistica, si sono trasformati in grandi magazzini dove ognuno si accaparra ciò che ritiene giusto per sé, secondo tempi e modi che corrispondano al proprio desiderio. I tamponi hanno così sostituito i banditi aperitivi. Tac, risonanze ed esami diagnostici entrano nel carrello della spesa di cittadini famelici di prestazioni sanitarie, già allenati da Amazon, la silente macchina culturale contemporanea. Poco cambia che siano prescritti o auto prescritti, perché ciò che guida la scelta è sempre e comunque l’interesse personale, in nome della salute. E così abbiamo inconsapevolmente scardinato le fondamenta del nostro sistema sanitario. Che avrà tanti difetti, ma resta uno dei migliori al mondo.

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Provare per credere, senza rimpianti. I pazienti non sono più cittadini legati da vincoli di reciproca responsabilità, ma consumatori in cerca dell’affare migliore. La qualità della nostra sanità è espressa dalla soddisfazione del cliente, e dall’ampiezza della scelta dei servizi offerti. Proprio come in un supermercato. E’ innegabile l’inversione valoriale. Diamo molto più senso a quanto si vive che a come si vive, privilegiando la quantità rispetto alla qualità. Poco importa come si consuma la nostra esistenza, quale segno lasciamo nel mondo, l’importante è esistere, anche inutilmente, e consumare. E così la politica sanitaria ha iniziato ad assecondare questa ideologia indotta dal mercato, che ci vuole eterni consumatori. Obiettivo dunque: rinviare la morte all’infinito, a tutti i costi.

 

Abbiamo bandito la morte come grande evento della vita, fonte di dramma al pari dell’amore e della creatività. Il risultato è la dittatura della salute pubblica che pospone il giusto interesse per la persona malata e sofferente per la nuova ideologia di stato. Non è una novità, beninteso. Si tratta di prassi già ampiamente collaudata e sperimentata dai regimi autoritari. Cambia il lessico, oggi si parla di contact tracing, Bentham lo chiamava panottico. Ma la sostanza non cambia. Il totalitarismo non è solo una forma di stato. Ma anche una organizzazione economico-tecnica, non terroristica, come osservava Marcuse, che opera mediante la manipolazione dei bisogni da parte di interessi precostituiti. I nostri sistemi sanitari – conclude Iona Heath – rischiano di diventare organizzazioni tecnico-economiche che inducono bisogni a cui prontamente il mercato offre una risposta.

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Tutti stiamo collaborando a questa trasformazione, mossi dall’inflazione della paura. Un tempo le politiche economiche si facevano con l’inflazione monetaria, ma anche in questo caso la sostanza non cambia. Politici, medici, cittadini sono zelanti collaboratori e complici di questo sistema totalitario. La narrazione regge, è affascinante e molto convincente e affonda le sue radici profonde nel desiderio umano dell’immortalità.Una minaccia seria e silenziosa alla nostra libertà in nome di una forma di idealismo sociale della nostra cultura democratica. Simone Weil osservava che le astrazioni pericolose si riconoscono dalle maiuscole che attirano e il loro uso ha sempre a che vedere con la conservazione e la conquista del potere.

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Qualità del Sistema Sanitario Nazionale. Salute della Nazione. Salute Pubblica. Prevenzione. La politica sembra voler individuare a tutti i costi una soluzione tecnica a un problema che è essenzialmente politico. E in troppi, operatori sanitari, tecnici e scienziati sembrano pronti ad assecondare l’illusione che ciò sia possibile.

 

*Alessandro Venturi è professore di Diritto amministrativo e di Diritto regionale e degli enti locali presso l'Università di Pavia

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