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L'emergenza sanitaria in prigione

In carcere ci sono 826 detenuti positivi al Covid

David Allegranti

Sono invece 1.042 i casi di positività registrati fra gli operatori penitenziari (970 relativamente al personale del corpo di polizia penitenziaria e 72 fra il personale amministrativo e dirigenziale del Dap)

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Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ha finalmente dato i numeri (sui contagi in carcere): “Alla data del 24 novembre 2020, su 53.720 presenti negli istituti di pena del Paese, sono stati registrati 826 casi di positività al Covid-19, di cui, 804 gestiti dall’Area sanitaria interna (dei quali 772 senza sintomi) e 22 ricoverati presso luoghi esterni di cura”, ha detto questo pomeriggio in Parlamento, rispondendo a un question time, su sollecitazione dei deputati Renzo Tondo e Maurizio Lupi, che gli chiedevano conto anche della stato di salute della didattica in carcere. Sono invece 1.042 i casi di positività registrati fra gli operatori penitenziari (970 relativamente al personale del corpo di polizia penitenziaria e 72 fra il personale amministrativo e dirigenziale del Dap). Di questi, ha spiegato Bonafede, “1.013 si trovano in quarantena presso il proprio domicilio, 19 presso le caserme annesse agli istituti di pena e 10 risultano ricoverati in strutture ospedaliere”.

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Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ha finalmente dato i numeri (sui contagi in carcere): “Alla data del 24 novembre 2020, su 53.720 presenti negli istituti di pena del Paese, sono stati registrati 826 casi di positività al Covid-19, di cui, 804 gestiti dall’Area sanitaria interna (dei quali 772 senza sintomi) e 22 ricoverati presso luoghi esterni di cura”, ha detto questo pomeriggio in Parlamento, rispondendo a un question time, su sollecitazione dei deputati Renzo Tondo e Maurizio Lupi, che gli chiedevano conto anche della stato di salute della didattica in carcere. Sono invece 1.042 i casi di positività registrati fra gli operatori penitenziari (970 relativamente al personale del corpo di polizia penitenziaria e 72 fra il personale amministrativo e dirigenziale del Dap). Di questi, ha spiegato Bonafede, “1.013 si trovano in quarantena presso il proprio domicilio, 19 presso le caserme annesse agli istituti di pena e 10 risultano ricoverati in strutture ospedaliere”.

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Negli istituti minorili, su 299 presenze (a fronte di una capienza di 536 posti), 3 sono i positivi al Covid 19, “uno dei quali era tale già al momento del suo ingresso”. Quanto alla didattica in carcere, ha spiegato il ministro, “ad oggi, in generale l’attività scolastica nel circuito minorile prosegue in presenza, salvo eventuali sospensioni temporanee ed eccezionali, come peraltro avviene per la totalità degli studenti nel paese, su disposizione dell’autorità sanitaria o per specifiche ordinanze nazionali, regionali o locali.

 

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Negli istituti per maggiorenni, dove si sono avvertite le criticità evidenziate dall’interrogante si stanno portando avanti tutte le procedure per implementare le dotazioni tecnologiche che permettano la didattica a distanza nel momento in cui la stessa dovesse essere prevista come necessaria”. Sarà anche vero che la didattica va alla grande “in generale” in carcere ma, ha osservato Lupi nella sua replica, c’è un caso Rebibbia di cui poco si parla. “Settimana scorsa con il collega Gabriele Toccafondi siamo andati al carcere di Rebibbia. Uno dei carceri che viene indicato a modello, a proposito della rieducazione e del reinserimento”.

 

Eppure una Asl, ha spiegato Lupi, aveva appena bloccato l’attività di istruzione: “Lo abbiamo visto noi, con i nostri occhi: le celle di sei persone sono focolai pericolosissimi per il Covid. Il diritto all’istruzione e alla salute, anche per il più debole, anche per chi ha sbagliato, è il diritto a essere persona. Indipendentemente dalla certezza della pena, che deve essere scontata, c’è una prima causa che toglie la dignità alla persona: è il sovraffollamento delle carceri. Attenzione, abbiamo già sperimentato che cosa può succedere a marzo, le carceri possono diventare luoghi di ennesima esplosione della pandemia”.

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