Prudenza contro il virus
Un altro stop al vaccino anti Covid. Si ferma Johnson & Johnson
La decisione dopo il malessere di un partecipante al test. Un mese fa il precedente di Astrazeneca. I colossi del farmaco stanno dimostrando responsabilità, resistendo al pressing della politica e rispettando i tempi della scienza
L'azienda farmaceutica Johnson & Johnson ha sospeso le sperimentazioni sul vaccino contro il Covid-19 dopo che un partecipante ha sviluppato "una reazione avversa". J&J non ha rilasciato molte dichiarazioni sul caso, limitandosi a dire che non si sa ancora se il soggetto ammalatosi abbia testato il vaccino o un placebo. Verifiche sono in corso da parte del settore medico dell'azienda, che ha pure specificato come gli eventi avversi gravi non sono rari negli studi clinici, e che la loro frequenza è direttamente proporzionale al progresso dello studio.
L'azienda farmaceutica Johnson & Johnson ha sospeso le sperimentazioni sul vaccino contro il Covid-19 dopo che un partecipante ha sviluppato "una reazione avversa". J&J non ha rilasciato molte dichiarazioni sul caso, limitandosi a dire che non si sa ancora se il soggetto ammalatosi abbia testato il vaccino o un placebo. Verifiche sono in corso da parte del settore medico dell'azienda, che ha pure specificato come gli eventi avversi gravi non sono rari negli studi clinici, e che la loro frequenza è direttamente proporzionale al progresso dello studio.
Johnson & Johnson è stata la prima industria farmaceutica a testare un vaccino monodose anti Covid-19, lanciando una fase di sperimentazione che avrebbe dovuto coinvolgere circa 60mila persone in tre continenti diversi. L'azienda nelle sue ricerche si è avvalsa dell'utilizzo del vettore da adenovirus, come il suo colosso rivale britannico Astrazeneca, che sta collaborando con l'università di Oxford nello studio di un vaccino anti coronavirus. Ma anche questa azienda ha dovuto temporaneamente sospendere le sue sperimentazioni dopo che un partecipante ha sviluppato inspiegabili reazioni a livello neurologico.
Le industrie del farmaco, nonostante il clima da corsa al vaccino e il pressing di svariati leader politici come Trump e Putin, stanno agendo con cautela e razionalità, distanziando la ricerca medica dallo stress collettivo. Anche perchè la scienza ha i suoi tempi e i suoi intoppi. Come ha scritto Luciano Capone le aziende come Astrazeneca, capaci di sospendere le sperimentazioni sul vaccino, stanno mostrando più responsabilità dei governi, anche nella consapevolezza che un danno alla salute dei cittadini si rifletterebbe sui profitti e sul valore delle stesse aziende.
In questo senso va letto l'appello congiunto, diffuso a settembre, di nove amministratori delegati di altrettanti colossi del farmaco che si sono impegnati a "preservare l'integrità del processo scientifico e autorizzativo". Un rifiuto verso accelerazioni e trucchi per l'approvazione di un vaccino non sicuro e non efficace. E una presa di distanza dal sensazionalismo e dalla fretta diffuse nel mondo. Perché i tempi della scienza vanno rispettati.