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editoriali

L’influenza forse non sarà così dura

redazione

Le norme anti Covid hanno limitato la diffusione in Australia. Buone notizie

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L’influenza stagionale è l’epidemia che curiamo da più a lungo: la conosciamo, abbiamo dei piani antipandemici, finanziati ogni anno dai governi, sappiamo come gestirla nonostante milioni di persone si infettino ogni anno. Il tasso di mortalità dell’influenza stagionale, che è al di sotto dello 0,1 per cento, è così basso anche perché sappiamo come comportarci con le complicazioni legate al virus – questo non significa che non ce ne siano, e i morti per le conseguenze dell’influenza esistono, specialmente in paesi con strutture sanitarie fragili. Con l’arrivo della pandemia da nuovo coronavirus in molti hanno paragonato (lo ha fatto perfino Trump) l’influenza stagionale al Covid, ma sappiamo che sono virus che si comportano in modo completamente diverso, e questa diversità riguarda soprattutto lo sviluppo della malattia (e quindi la mortalità).

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L’influenza stagionale è l’epidemia che curiamo da più a lungo: la conosciamo, abbiamo dei piani antipandemici, finanziati ogni anno dai governi, sappiamo come gestirla nonostante milioni di persone si infettino ogni anno. Il tasso di mortalità dell’influenza stagionale, che è al di sotto dello 0,1 per cento, è così basso anche perché sappiamo come comportarci con le complicazioni legate al virus – questo non significa che non ce ne siano, e i morti per le conseguenze dell’influenza esistono, specialmente in paesi con strutture sanitarie fragili. Con l’arrivo della pandemia da nuovo coronavirus in molti hanno paragonato (lo ha fatto perfino Trump) l’influenza stagionale al Covid, ma sappiamo che sono virus che si comportano in modo completamente diverso, e questa diversità riguarda soprattutto lo sviluppo della malattia (e quindi la mortalità).

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Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’influenza stagionale e il Covid hanno però in comune la trasmissibilità, che avviene tramite contatto, droplet e aerosol. Da quando è iniziata la pandemia da nuovo coronavirus, gli sforzi collettivi per il contenimento delle infezioni si sono concentrati proprio su questo punto: il distanziamento sociale, la sanificazione delle superfici e l’uso delle mascherine che limitano la trasmissibilità. Ma questo metodo ha avuto una inaspettata e positiva conseguenza: nell’emisfero meridionale, che ha appena concluso la stagione invernale, l’Oms ha rilevato che i contagi dell’influenza stagionale sono tra i più bassi mai registrati. In Australia quest’anno, nel mese di agosto, si sono registrati 107 casi di influenza, nel 2019 erano stati 61 mila. In Nuova Zelanda, Sudafrica, Cile, il crollo delle influenze è più o meno lo stesso. Secondo diversi scienziati la tendenza potrebbe essere simile anche nell’emisfero settentrionale. L’epidemia da influenza stagionale, anche in Italia, quest’anno, potrebbe non essere una epidemia. Non solo probabilmente non dovremo occuparci di due pandemie contemporaneamente, ma se dobbiamo imparare una lezione dal Covid forse è una nuova consapevolezza sulle malattie a cui pensiamo con leggerezza, e la cui diffusione, invece, può essere rallentata.

 

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