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Editoriali

Servono più fatti, non più sanzioni

Redazione

Il Mes? I vaccini? I letti? Per le istituzioni è ora di agire, non di minacciare

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L’accelerazione dei contagi (ieri sono stati 5.372 con 28 vittime) mette in evidenza alcuni problemi del sistema sanitario. Il sistema ha retto allo stress di primavera, che era concentrato al nord, dove le strutture sono più efficienti, ma ora che l’epicentro sembra spostato al sud rischia di entrare in sofferenza. La cronaca ci dice che mancano infermieri, che a Roma sottoporsi ai test diventa un calvario, che a Napoli si passa la notte in coda in attesa di poterli fare, che nelle regioni meridionali non c’è una sufficiente disponibilità di posti in terapia intensiva. Inoltre alle indicazioni sull’esigenza di vaccinarsi contro l’influenza non corrisponde una disponibilità dei vaccini, che nessuno sa dove e quando saranno reperibili.

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L’accelerazione dei contagi (ieri sono stati 5.372 con 28 vittime) mette in evidenza alcuni problemi del sistema sanitario. Il sistema ha retto allo stress di primavera, che era concentrato al nord, dove le strutture sono più efficienti, ma ora che l’epicentro sembra spostato al sud rischia di entrare in sofferenza. La cronaca ci dice che mancano infermieri, che a Roma sottoporsi ai test diventa un calvario, che a Napoli si passa la notte in coda in attesa di poterli fare, che nelle regioni meridionali non c’è una sufficiente disponibilità di posti in terapia intensiva. Inoltre alle indicazioni sull’esigenza di vaccinarsi contro l’influenza non corrisponde una disponibilità dei vaccini, che nessuno sa dove e quando saranno reperibili.

 

Bisogna investire rapidamente e massicciamente nella sanità: è ridicolo che si discuta ancora sull’opportunità di utilizzare il Mes, ma comunque, in attesa che la maggioranza trovi un’intesa su questo punto, bisogna dotare il sistema sanitario degli strumenti necessari. Oltre ai fondi serve intelligenza e flessibilità. E’ un’esigenza oggettiva e un’urgenza evidente dal punto di vista pratico, e anche un problema politico, nel senso più profondo della politica, un problema di fiducia nelle istituzioni sulla quale si basa la disciplina sociale. La cittadinanza è stata paziente e si è sottoposta alle restrizioni del passato perché era convinta che si facesse tutto il possibile per contrastare la pandemia e che quindi i singoli dovevano dare il proprio contributo. In cambio si aspetta che si provveda alle esigenze che derivano dalla situazione critica. Non è caduta nel panico, ha esercitato la virtù della prudenza. Bisogna mantenere questa disposizione d’animo dei cittadini e per farlo è indispensabile che sentano che la fiducia nelle istituzioni è ricambiata da una solerte attività che affronta e risolve i problemi dell’organizzazione sanitaria. Non sono state e non saranno le multe o le sanzioni o i controlli polizieschi a garantire la prudenza e la disciplina (vale anche per De Luca): la fiducia bisogna guadagnarsela giorno per giorno. La pazienza e la prudenza però non sono senza limiti. E rimpallarsi le responsabilità tra stato e regioni può produrre effetti ai quali fa paura solo pensare.

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