PUBBLICITÁ

Oltre ai contagi (oggi più di 5000), attenzione agli ospedali

Maria Carla Sicilia

Cresce il numero dei pazienti ricoverati, che superano i quattromila. La saturazione dei posti letto a livello nazionale resta contenuta, ma la situazione si fa critica per le terapie intensive di Campania, Lazio e Sardegna. "E' importante potenziare le terapie sub intensive", ci dice Walter Ricciardi 

PUBBLICITÁ

Con poco più di quattromila persone ricoverate con sintomi e 387 in terapia intensiva, l'attenzione si sta spostando sugli ospedali e sulla loro capacità di reagire alla nuova fase di contagi da Covid-19, che oggi salgono a 5.372: un quadro da monitorare con attenzione, perché è su questo che si traccerà la linea rossa da non superare per evitare che scattino nuove misure restrittive. “Credo che le terapie intensive saranno sufficienti perché c'è già una capacità migliore di intercettare i pazienti e di curarli, e questo ci permette di non farli arrivare neppure in quei reparti”, dice al Foglio Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e docente all'Università Cattolica di Roma. “Ma anche se non siamo in una fase d'allarme, siamo sotto pressione”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Con poco più di quattromila persone ricoverate con sintomi e 387 in terapia intensiva, l'attenzione si sta spostando sugli ospedali e sulla loro capacità di reagire alla nuova fase di contagi da Covid-19, che oggi salgono a 5.372: un quadro da monitorare con attenzione, perché è su questo che si traccerà la linea rossa da non superare per evitare che scattino nuove misure restrittive. “Credo che le terapie intensive saranno sufficienti perché c'è già una capacità migliore di intercettare i pazienti e di curarli, e questo ci permette di non farli arrivare neppure in quei reparti”, dice al Foglio Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e docente all'Università Cattolica di Roma. “Ma anche se non siamo in una fase d'allarme, siamo sotto pressione”.

PUBBLICITÁ

 

Al momento negli ospedali italiani ci sono 6.529 posti attrezzati per la terapia intensiva, 1.350 in più rispetto a quanti se ne registravano alla fine del 2019 secondo i dati forniti al Foglio dal ministero della Salute. L'obiettivo è arrivare almeno a 8.732 posti disponibili e per farlo il governo ha affidato al commissario Domenico Arcuri la gestione di un bando da 1,1 miliardo che coordinerà i lavori di progettazione, direzione e collaudo. A fine ottobre dovrebbero essere sottoscritti i contratti e partire i cantieri, ha anticipato Arcuri al Sole 24 ore, spiegando che saranno potenziati anche i reparti di sub-intensiva con l'aggiunta di oltre quattromila posti. “È su questi che c'è bisogno di porre attenzione – sottolinea Ricciardi – Questi posti vanno aumentati proprio perché i pazienti che oggi arrivano in ospedale manifestano sintomi meno gravi dei mesi scorsi, ma hanno bisogno di essere curati in un certo modo. Alcune regioni hanno potenziato questi reparti e altre no, ma nessuna è nelle condizioni ottimali". E mentre i ricoveri aumentano – oggi sono 4.086, un mese fa 1.683 – il timore è che i lavori del bando del commissario straordinario non si concludano in tempo per affrontare questa seconda fase di contagi. Per Ricciardi non ci sono dubbi: “Siamo in ritardo. Tutto quello che stiamo facendo avremmo dovuto farlo tra giugno e settembre, perché sapevamo che con l'autunno sarebbe arrivata l'influenza e questa seconda fase del virus. Invece la situazione è stata sottovalutata”.

 

PUBBLICITÁ

A livello nazionale il tasso di saturazione dei posti letto in terapia intensiva resta ancora molto lontano dai livelli di stress della scorsa primavera: la media è del 4 per cento contro il 52 per cento di marzo, secondo il monitoraggio pubblicato oggi dalla scuola di Economia e management dei sistemi sanitari della Cattolica (Altems). Per Campania, Lazio e Sardegna il quadro è però più delicato. Oggi in Campania i nuovi positivi sono 757, nel Lazio 359 e in Sardegna 127. Di riflesso è qui che gli ospedali sono più sotto pressione, con i tassi attuali di saturazione che si avvicinano molto a quelli raggiunti in primavera, nel picco dell'emergenza. In Campania si raggiunge il 9 per cento con 63 persone in terapia intensiva, nel Lazio il 6 per cento con 57 pazienti e in Sardegna l'8 per cento, con 23 persone intubate per Covid-19.

 

Così è sulla capacità di risposta degli ospedali del mezzogiorno che si concentrano le apprensioni. Anche perché, come si nota dall'analisi di Altems, l'andamento dei pazienti ricoverati sul totale dei positivi è sensibilmente più alta nelle regioni del centro (8,85 per cento) e del sud (7,96 per cento) rispetto a quelle del nord (4,94 per cento). E a preoccupare, nel caso in cui i ricoveri dovessero aumentare, al di là del discorso terapie intensive c'è la scarsa dotazione di personale medico e infermieristico che incide anche sulla capacità di curare i casi meno gravi. Proprio ieri Vincenzo De Luca ha parlato di questo con il ministro della Salute Roberto Speranza, ricordando che in regione sono più di 500 le persone ricoverate con sintomi e più di 8mila quelle in isolamento domiciliare. Questi numeri crescono anche in Puglia e in Sicilia, dove i pazienti in ospedale sono rispettivamente 300 e 376. Resta invece contenuta la situazione in Calabria, dove c'è solo una persona in terapia intensiva e 42 ricoverate. Ma come abbiamo imparato a osservare in questi mesi, la crescita dei contagi – quando si verifica – è improvvisa ed esponenziale. L'unico modo per tenere tutto sotto controllo è prepararsi con ottimismo allo scenario peggiore.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ