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Oltre l’obbligatorietà. E se pagassimo le persone per vaccinarsi contro il Covid?

Luciano Capone

Una volta approvato il vaccino, un bonus è il modo migliore di raggiungere l’immunità di gregge e salvare l’economia. L’idea di Mankiw e Litan

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Roma. Nella speranza che arrivi presto l’approvazione di un efficace vaccino anti Covid, già si sa quale sarà il dibattito politico successivo: obbligo o volontarietà? Una polemica del genere era partita già in estate con forze favorevoli all’obbligatorietà, altre contrarie e chi come il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri prima a favore e poi contro. Forse però, in questo caso, si potrebbe fare un passo avanti e pensare a un’altra strategia basata su un incentivo: pagare le persone per vaccinarsi. E’ l’idea esposta sul New York Times, in maniera quasi banale, dall’economista di Harvard Greg Mankiw: “Qual è il modo migliore per riportare l’economia sulla buona strada dopo la recessione del Covid-19? Semplice: ottenere l’immunità di gregge. E qual è il modo migliore per ottenere l’immunità di gregge? Di nuovo, semplice: una volta approvato un vaccino, pagare le persone per farselo”.

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Roma. Nella speranza che arrivi presto l’approvazione di un efficace vaccino anti Covid, già si sa quale sarà il dibattito politico successivo: obbligo o volontarietà? Una polemica del genere era partita già in estate con forze favorevoli all’obbligatorietà, altre contrarie e chi come il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri prima a favore e poi contro. Forse però, in questo caso, si potrebbe fare un passo avanti e pensare a un’altra strategia basata su un incentivo: pagare le persone per vaccinarsi. E’ l’idea esposta sul New York Times, in maniera quasi banale, dall’economista di Harvard Greg Mankiw: “Qual è il modo migliore per riportare l’economia sulla buona strada dopo la recessione del Covid-19? Semplice: ottenere l’immunità di gregge. E qual è il modo migliore per ottenere l’immunità di gregge? Di nuovo, semplice: una volta approvato un vaccino, pagare le persone per farselo”.

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Mankiw in realtà rilancia un’idea di Robert Litan, economista della Brookings Institution, che quest’estate aveva presentato la proposta ricordando che una volta i medici davano ai bambini caramelle o giocattoli per scacciare la paura della siringa: “Un’idea simile potrebbe salvare l’economia degli Stati Uniti quando uno o più vaccini contro il Covid saranno approvati dalla Fda e ampiamente disponibili per vaccinazioni di massa”. Naturalmente, prima bisogna attendere l’esito delle sperimentazioni, senza forzature politiche sull’iter autorizzativo che potrebbero produrre danni irreparabili alla credibilità dell’intero sistema delle vaccinazioni. Poi sarà necessario recuperare un numero di dosi sufficiente a coprire l’intera popolazione da somministrare in maniera gratuita. Ma anche questo potrebbe non bastare.

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Come mostra un recente sondaggio dell’Università Cattolica, una grandissima fetta della popolazione (il 41 per cento) sarebbe restia a vaccinarsi contro il Covid. Questi dati sono lontanissimi dalla percentuale necessaria a garantire la cosiddetta “immunità di gregge”, che si raggiunge non facendo ammalare quanta più gente possibile, ma vaccinando almeno l’80 per cento della popolazione. Il tema è di fondamentale importanza sia per la salute sia per la ripresa dell’economia. Perché sono proprio la paura del virus e l’incertezza sulle possibili ondate dell’epidemia a frenare crescita e investimenti, più dei lockdown che ne sono solo una conseguenza. Ed ecco che arriva la soluzione di Mankiw: “Uno dei primi principi dell’economia, forse il più importante, è che le persone rispondono agli incentivi”. Quindi, se paghi le persone per vaccinarsi – con un bonus da quantificare, per gli Usa si propone 1.000 dollari, più persone si vaccineranno e l’economia si riprenderà prima.

 

Mankiw, che è stato consigliere di George W. Bush ed è uno degli economisti più influenti al mondo, spiega anche le motivazioni che secondo i manuali di economia giustificano una spesa del genere. Ci sono una serie di azioni che producono conseguenze, positive o negative, sugli altri che gli economisti chiamano “esternalità”. Il caso più comune è l’inquinamento, un’esternalità negativa, che la politica cerca di limitare tassando le emissioni e le attività inquinanti incorporandone così i costi complessivi. La vaccinazione, al contrario, produce un’esternalità positiva: ne beneficia chi si vaccina ma anche tutta la comunità che viene protetta dall’immunità di gregge. Per questo motivo, al posto della tassa, serve un sussidio per incentivare un comportamento che produce benefici non internalizzati.

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Naturalmente, un bonus del genere, per 60 milioni di italiani, avrebbe un impatto notevole sul bilancio. Ma sarebbe più sensato dei tanti bonus approvati dal governo – ecobonus, vacanze, monopattini, biciclette, autovetture – che vengono giustificati sulla base di esternalità positive senza però una convincente valutazione di costi e benefici. Il bonus vaccini è sicuramente costoso, ma sarebbe una vera misura strutturale sia sanitaria sia economica. Insomma, l’unico che vale davvero la pena di pagare. Poi magari con quel bonus le persone decideranno di comprare un monopattino o di andare in vacanza e tutti saranno felici, contenti e vaccinati.

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