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editoriali

Trasgressione è responsabilità

Dopo Vasco, anche Lauro invita a non fare scemenze con le mascherine. Viva

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In questi nostri tempi assertivi e giustizialisti, sorvegliare è punire e obbedire è trasgredire. La rivoluzione è la voce del padrone, e all’attivismo ci richiama la copertina del Vogue inglese di settembre, il numero più importante dell’anno. Il salutismo gode del costante endorsement delle pop star e chissà che non saranno loro a bloccare questa seconda ondata che seconda non è (lo sarebbe se il virus fosse andato via e poi tornato, ma il virus non è mai andato via: cominciamo a dire le cose per bene?).

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In questi nostri tempi assertivi e giustizialisti, sorvegliare è punire e obbedire è trasgredire. La rivoluzione è la voce del padrone, e all’attivismo ci richiama la copertina del Vogue inglese di settembre, il numero più importante dell’anno. Il salutismo gode del costante endorsement delle pop star e chissà che non saranno loro a bloccare questa seconda ondata che seconda non è (lo sarebbe se il virus fosse andato via e poi tornato, ma il virus non è mai andato via: cominciamo a dire le cose per bene?).

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Ieri Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, ha condiviso su Facebook un breve clippino di Achille Lauro che raccomandava di indossare mascherine, stare distanti, lavarsi le mani perché “il futuro è nelle vostre mani” (rimando non ricercato, ma efficace, via). Era a petto nudo, guardava in camera con aria severa, quasi cattedratica, niente a che fare con quel gran figlio di puttana di Ozzy Osbourne, che qualche mese fa s’è concesso il lusso di farsi fotografare con la mascherina in fronte e sugli occhi, per lanciare una playlist che invitava tutti a stare a casa (tra i pezzi c’era “Stay away” dei Nirvana, che meraviglia, mica Gazzelle che in quarantena ha fatto una canzoncina su due vicini di casa che diventano amici parlandosi attraverso i muri). Ozzy si prende del simpatico rimbambito, mentre Lauro è iconico, serio, responsabile, civico, civile, quasi quasi statista. E’ un influencer, come tutte le pop star di successo della sua generazione, quindi è tenuto a mandare messaggi che siano: positivi, rincuoranti, edificanti, semplici, chiari, netti.

 

L’altro giorno, Ilaria Capua ha detto al Corriere che se saremo tutti responsabili non si riproporrà il disastro e non sarà necessario il lockdown. Ma se Capua ci dice di lavarci le mani la ascoltiamo in cento, se ce lo dice Achille Lauro lo ascoltiamo in mille. Perché Achille Lauro, al pari di Ghali che quando c’era da tirar su i milanesi è finito a fare spot motivazionali per Beppe Sala, si ribella alla ribellione. Come, in fondo, facciamo tutti, nati stanchi come siamo.

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