foto LaPresse

Necessario ed urgente un cambio di strategia nella unità di (in) crisi in Lombardia

Michele Usuelli, Enrico Bucci e Marco Cappato

La grande maggioranza degli ospedali lombardi sono oggi luoghi di contagio ad altissima velocità

Una delle ragioni per l’iniziale esplosione di Covid-19 in Lombardia e in altre regioni è stato il contagio comunitario, in particolare negli ospedali. In quelle condizioni, la velocità di raddoppio del virus cresce fortemente, come insegnano i casi del passato e come riscontrato anche per il nuovo coronavirus; inoltre, anche quando il virus si è diffuso e la crescita dei casi avviene soprattutto in ambito extraospedaliero, all’interno degli ospedali si mantiene una rapida cinetica di infezione ad alta carica virale che coinvolge e decima il personale sanitario ed i pazienti già ricoverati, aggravando la crisi epidemica. Ad oggi in Lombardia su 100 positivi, 12 sono personale sanitario.

 

Le strutture sanitarie, salvo lodevoli eccezioni, non sono attrezzate per il controllo ed il contenimento delle malattie infettive in ambito ospedaliero, così come non sono preparati i medici, i quali da generazioni non hanno visto un’epidemia come l’attuale.

 

Per questo, vi è urgente bisogno di un cambio di mentalità, che coinvolga e tuteli principalmente il personale sanitario e le strutture ospedaliere, in Lombardia come in ogni altra regione italiana.

   

Più medici, ventilatori e letti servono a migliorare la situazione dei pazienti in una situazione di crescita lineare, ma non possono tener dietro ad un incremento che è stato esponenziale: stiamo correndo una maratona dietro al virus, che però guida una ferrari. È necessario completare la strategia regionale di contenimento con alcune misure specifiche.

 

Ogni ciclo di progetto si basa su implementazione, valutazione e pianificazione. L’unità di (in) crisi di Regione Lombardia non puo’ continuare a fare “more of the same”, ad implementare e basta.

 

Chiunque, a qualunque titolo entri in ospedale deve essere considerato e considerare sé stesso potenzialmente infetto.
È indispensabile l’autocontenimento del personale sanitario, cui è necessario fornire strutture ricettive specifiche per ritirarsi dopo il lavoro, evitando così il fai da te domestico ed aiutandolo a non contagiare le famiglie. Ed come spesso accade, in caso di marito e moglie medici, aiutarli nella gestione della loro famiglia.

 

Chi entra in ospedale deve essere tracciato in tempo reale, anche con app simili a quelle che usano i riders.

 

I sanitari devono essere sorvegliati con tamponi seriali. Indipendentemente dalla capacità di igni regione nel restituire il risultato del tampone, la priorità insieme al paziente sintomatico deve essere il tamponamento del personale sanitario. L’ospedale deve diventare un luogo compartimentato in ogni modo possibile: neolaureati e studenti di medicina formati devono essere i guardiani a tutte le porte di un ospedale (non solo quelle esterne), dirigendo il flusso di chi può entrare e uscire. Oltretutto, aiuteranno in questo modo il personale esperto a risparmiare tempo, per esempio controllando vestizione e svestizione.

 

Non è troppo tardi per fare training al personale sanitario su come proteggersi; su cosa fare e non fare. Anche l’eventuale reparto della Fiera deve avere, se è realistico farlo, queste caratteristiche logistiche.

 

Per quello che riguarda nello specifico le cause dell’alta letalità nella nostra regione esistono alcune considerazioni che vale la pena di riportare.

 

L’andamento lombardo di aumentato tasso di letalità rispetto agli altri luoghi del mondo è principalmente dovuto alla saturazione ospedaliera. Prima della saturazione il tasso di letalità era paragonabile ad altri paesi: è in seguito sempre più cresciuto, in concomitanza con l’abbassamento dell’età di chi muore.

 

D’altra parte, il numero giornaliero di decessi per qualsiasi causa, e particolarmente la sua variazione, costituiscono un utile strumento di monitoraggio dell’epidemia: sarebbe utile che i dati di mortalità giornaliera nei comuni più colpiti fosse fornito senza riguardo alla causa di morte, perché questo consentirebbe ai sindaci di conoscere in tempo quasi reale lo stato dell’epidemia nelle proprie popolazioni (una volta corretti i dati per il ritardo tra prima infezione ed eventuale decesso).

 

Queste le conclusioni di un lavoro di approfondimento congiunto che ho fatto con il prof. Enrico Bucci e alla Associazione Luca Coscioni, e che esporrò domani, lunedì, alla riunione dei capigruppo del consiglio regionale della Lombardia, chiedendo la convocazione urgente di un consiglio regionale per martedì (o al più presto), dato che il Parlamento della Lombardia non si riunisce da 2 settimane. Chiedo che il prof Bucci (insieme ad altri esperti che le forze politiche riterranno di audire) venga audito in commissione sanità, che chiedo sia convocata nel più breve tempo possibile.

 

Chissà che non arrivi dai parlamenti, anche regionali, un contributo alla soluzione della crisi sanitaria e forse democratica in atto. Parlamenti, i luoghi del dibattito, dell’approfondimento e dove le decisioni vengono prese con un voto di maggioranza.
 


 

Michele Usuelli Consigliere Regionale Lombardia Più Europa – Radicali; Medico Chirurgo, specialista in pediatria
Enrico Bucci, PhD Adjunct Professor in Systems Biology Sbarro Health Research Organization, c/o Temple University
Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni

Di più su questi argomenti: