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sindaco rampante

Gualtieri alza la testa sul termovalorizzatore, ma c’è fuoco amico sotto la cenere

Marianna Rizzini

E' da mesi che la lista che l'ha sostenuto alle elezioni mette i bastoni tra le ruote al sindaco. Ecco l'elenco di tutti gli intoppi nell'Assemblea capitolina

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La buona notizia, per il sindaco Roberto Gualtieri e anche per la città, è che il Tar ieri ha respinto, perché “destituiti di fondamento”, i ricorsi contro il termovalorizzatore che il sindaco ha fortemente voluto e che da giorni, alla conferenza stampa pro-impianto organizzata da Italia Viva e al premio Pimby Green con Chicco Testa, ha difeso con un piglio e un’energia mostrate di rado dal primo cittadino. “Stiamo seguendo la tabella di marcia”, ha detto Gualtieri, “il termovalorizzatore si farà e sarà operativo nel 2026”. E forse la giornata pro-valorizzatore, con stop via Tar ai mugugni (a livello nazionale a lungo presenti nella maggioranza dem schleiniana, poi compattatasi in un atteggiamento per così dire diplomatico rispetto a un tema divisivo), può essere l’occasione per un rilancio di una sindacatura tuttora alle prese con piccoli ma persistenti intoppi provenienti dall’interno della stessa ex lista Gualtieri: e prima si chiedeva al sindaco di coinvolgere di più gli eletti, e poi di non ascoltare solo gli assessori, e prima ancora, cioè nell’autunno scorso, gli esponenti eletti con la civica, a un certo punto, non hanno partecipato ai lavori dell’Aula per “motivi politici” (che avevano a che fare con la mancata convocazione a una riunione sul bilancio previsionale).

 

C’è stato poi il malumore interno dem per gli assunti del sindaco, con conseguente fronda (poi tacitata). Infine, prima dei congressi dem locali, e non soltanto dalle parti della lista civica, Gualtieri ha dovuto fronteggiare quella che all’interno del Pd romano è stata chiamata (forse con autocritica, forse no) “lotta tra correnti”, lotta che si è pensato di mettere a tacere con l’accordo sull’elezione dei segretari dem regionale e romano. Si vedrà. Fatto sta che Gualtieri, pur protagonista di una partenza lenta, tra grida collettive su degrado, taxi e traffico, ha tenuto alta la bandiera del termovalorizzatore anche quando a esprimersi negativamente erano gli ambienti Cgil (ingegner Natale Di Cola) e Legambiente, e ha perorato la causa dell’impianto con il governo e con la nuova segreteria Pd. “La quota indifferenziata dei rifiuti o va in discarica o va in termovalorizzatore”, ha detto ieri Gualtieri, cui va dato atto di non essersi fermato: “Le discariche consumano suolo, emettono metano e costano tantissimo da mantenere e bonificare. Avere un termovalorizzatore è più economico ed ecologico che mettere i rifiuti su un tir e mandarli lontano”. 

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