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Roma Capoccia

I canili comunali a Roma sono un orrore. E ora s’indaga pure per danno erariale

Gianluca Roselli 

La Corte dei conti ha prefigurato un danno erariale perché in 15 anni, dal 2000 al 2015, si sarebbe speso troppo: 27 milioni di euro “in corrispondenza al maggior costo sostenuto dall’ente rispetto al prezzo medio di affidamento del servizio”

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Era meglio quando si spendeva di più ma venivano erogati servizi migliori oppure ora che si spende di meno ma gli standard non sono gli stessi? La domanda potrebbe riguardare qualsiasi settore pubblico, ma qui parliamo dei canili di Roma, tasto dolente della città. L’ultima notizia è che la Corte dei conti ha prefigurato un danno erariale perché in 15 anni, dal 2000 al 2015, si sarebbe speso troppo: 27 milioni di euro “in corrispondenza al maggior costo sostenuto dall’ente rispetto al prezzo medio di affidamento del servizio”. Prima del 2016 i due canili di Roma, Muratella (il più grande, con spazi per 400 cani, ma si è arrivati anche a 700) e Ponte Marconi (200 cani), erano gestiti in affidamento diretto da Avcpp che usufruiva di 4 milioni e mezzo l’anno, con circa 130 dipendenti divisi nelle due strutture (con un costo a cane di 12,50 euro contro i 7 di oggi). 

   

Poi la svolta col commissario Francesco Paolo Tronca che decide per il bando europeo, che si aggiudica una società del napoletano, il Rifugio Agro Aversano, per 1 milione e 700 mila euro l’anno, vincendo poi anche i bandi successivi, fino a quello di due settimane fa, dove però l’investimento del Campidoglio è salito a 9 milioni: 3 milioni l’anno. 

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E qui ci sono due scuole di pensiero: chi sostiene che prima si spendeva troppo, con notevole sperpero di denaro pubblico, e chi invece punta il dito contro il nuovo gestore che svolgerebbe un servizio al ribasso. “Con l’affidamento diretto era in vigore una gestione clientelare e politicizzata dei canili. Se c’è stato danno erariale, qualcuno dovrà dare delle risposte”, afferma il consigliere comunale pentastellato Daniele Diaco. Una delibera dell’Anac del marzo 2022, però, accusa il Campidoglio di “carenze e approssimazioni” sui bandi, tanto che adesso si riscontrano “gravi criticità strutturali e manutentive nei due canili”, con “deficit sanitario e di sicurezza tali da compromettere la salute e il benessere degli animali”. Una dura condanna all’attuale gestione. “La situazione è peggiorata per la parte veterinaria, le adozioni (prima erano mille l’anno, ndr) e il settore educativo per gli animali difficili”, osserva Emanuela Bignami (Lega nazionale difesa del cane). Mancano professionalità e le strutture sono vecchie: la Muratella, con le gabbie a semicerchi, assomiglia a un girone dantesco. I cani appartengono al sindaco, ma in Campidoglio da un anno e mezzo manca pure il direttore dell’ufficio competente. 

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