Papa Francesco mostra una bandiera arrivata da Bucha (Ansa)

Roma Capoccia - spina di borgo

L'equilibrismo del Papa sull'ultima mattanza russa non fa onore né a lui né alla Chiesa

Matteo Matzuzzi

Al termine dell'udienza generale, Francesco ha chiesto ancora una volta di pregare per la "martoriata Ucraina". Non è un missile caduto per caso quello che ha sventrato un condominio a Dnipro, ma un attacco terroristico nei confronti di uno stato sovrano

Si capisce, e lo abbiamo detto tante volte in quasi un anno di guerra, che la Santa Sede voglia mantenersi (per quanto possibile) in equilibrio rispetto a quanto accade in Ucraina. Si può comprendere perfino il low profile rispetto all’invasore russo (chiamato una volta soltanto per nome) ché denunciare continuamente Putin non farebbe altro che chiudere ogni già flebile speranza di mediazione fra le parti in contesa. Però. Ieri, al termine dell’udienza generale, il Papa ha chiesto ancora una volta di pregare per la “martoriata Ucraina”. Queste le parole usate: “Sabato scorso un nuovo attacco missilistico ha causato molte vittime civili, tra cui bambini. Faccio mio il dolore straziante dei familiari. Le immagini e le testimonianze di questo tragico episodio sono un forte appello a tutte le coscienze. Non si può rimanere indifferenti!”. Il “nuovo attacco missilistico” è quello che per ordine del Cremlino ha sventrato un condominio a Dnipro, causando la morte di 44 persone. Non è un missile caduto per caso in una terra qualunque, ma è un atto terroristico compiuto dall’invasore nei confronti di uno stato sovrano che si vorrebbe vedere annientato. Va bene la realpolitik, ma fino a un certo punto.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.