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Roma Capoccia

Il M5s mette in crisi il governo per l'inceneritore, e la Cgil si accoda

Marianna Rizzini

Cosa propone il sindacato, al posto del termovalorizzatore cui tanto tiene? Che Ama diventi una multiutility regionale che faccia da riferimento per tutto il centro sud sull’economia circolare

Lui (il sindaco Roberto Gualtieri) promette il piano rifiuti entro luglio e il termovalorizzatore entro il 2025; loro (Cgil e Legambiente Lazio) annunciano per settembre gli Stati generali sull’economia circolare della monnezza. E anche se tra lui e loro non ci sono abissi di linee politiche, in teoria, ché il sindacato e l’associazione verde sono parte della galassia per così dire della sinistra, in un campo che più largo non si può, sulla questione Gualtieri non deve fronteggiare soltanto il niet di Giuseppe Conte e di un M5s che ha messo il termovalorizzatore persino sul piatto della stabilità di governo, nonostante i rischi per la salute dei cittadini romani (per non dire del decoro), ma deve fare i conti anche con il suddetto fuoco amico della posizione sindacale.

 

E ieri infatti Michele Azzola così presentava le proposte di Cgil e Legambiente: “Capisco che la soluzione del termovalorizzatore sia la più semplice ma non è la migliore per i cittadini. Si parla tanto della pista da sci sul termovalorizzatore di Copenaghen, ma non si dice che la Danimarca sta iniziando a pensare a chiudere i termovalorizzatori, perché il livello e l’investimento di quell’impianto sta comportando la necessità di importare rifiuti. A ogni annuncio di impianto esploderanno proteste: c’è bisogno di riconquistare la fiducia dei cittadini e spiegare che i nuovi impianti non sono quelli maleodoranti del passato. Se si continua solo a dire che bruciamo tutto, credo che un cambio di mentalità non ci sarà mai”.

 

Ma che cosa propone la Cgil, al posto del termovalorizzatore cui tanto tiene il sindaco? Vorrebbero, sindacato e ambientalisti, fare sì che Ama diventi una multiutility regionale che faccia da riferimento per tutto il centro sud sull’economia circolare. Non solo. Aleggia anche un j’accuse: “Diecimila tonnellate di rifiuti indifferenziati sottratti all’incenerimento creano 386 posti di lavoro e per questo noi siamo contrari all’incenerimento, perché brucia anche posti di lavoro”, dice Natale Di Cola, membro della segreteria cgil Roma e Lazio. Amara ironia della sorte, nello stesso giorno Gualtieri si è lanciato fiducioso verso il futuro, in un’intervista al Tempo: “Grazie al nuovo impianto dovremo smaltire solo il 5 per cento di spazzatura, mai più maxi discariche”, ha detto il sindaco: “Sono determinato a risolvere il problema alla radice, facendo quello che è stato fatto o si farebbe in qualsiasi altra Capitale europea. Non sono stato eletto per vivacchiare”. Vai a pensare insomma al fuoco amico (auguri).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.