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Roma Capoccia - Spina di borgo

Il Papa o la Segreteria di stato? Qual è la linea ufficiale della Santa Sede sulla guerra in Ucraina

Matteo Matzuzzi

Mentre Francesco si mostra ambiguo tra mezze frasi di condanna e mezze di giustificazione, il segretario per i Rapporti con gli stati dice che “bisogna resistere alla tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale ucraina”. C’è molta nebbia all’orizzonte

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Sarà tutto complesso e sarà pur vero che non è questione di dividere i buoni dai cattivi (ma perché, poi?), sta di fatto che a quasi quattro mesi dallo scoppio della guerra – quando cioè i cattivi hanno invaso la terra dei buoni che se ne stavano comodamente a casa loro – non si è ancora capito qual è la linea della Santa Sede. Il Papa parla, parla con tutti: interviste su interviste, visite improvvisate all’ambasciata russa alla stregua di un coup de théâtre, telefonate varie, mezze frasi di condanna e mezze di giustificazione. Poi, il segretario per i Rapporti con gli stati, mons. Paul Richard Gallagher, numero tre della Segreteria di stato, dice che “bisogna resistere alla tentazione di accettare compromessi sull’integrità territoriale ucraina”.

 

E come si può “resistere alla tentazione” se a pochi passi dall’ufficio di Gallagher si raccomanda di andare oltre la classica differenziazione fra i buoni (le vittime) e i cattivi (i carnefici)? I russi dicono di apprezzare lo sforzo vaticano per la mediazione (ma quale?), il nunzio in Ucraina supplica Francesco di andare a Mosca a incontrare Putin. C’è molta nebbia all’orizzonte e non si sa chi, in questo momento, possa diradarla.

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