La squadra del sindaco Gualtieri

Ecco chi è Maurizio Veloccia, nuovo assessore all'Urbanistica

Gianluca Roselli 

L'ex presidente dell'Xi municipio, ingegnere elettronico, ha promesso di riprendere in mano i fili delle grandi opere incompiute o abbandonate della città

“E adesso? Aspettiamo che qualcuno ci dica cosa dobbiamo fare…”. Maurizio Veloccia fu uno dei più sorpresi quando cadde la giunta di Ignazio Marino, nell’ottobre 2015. Lui allora era presidente dell’XI municipio (tra Portuense, Corviale e Marconi) e il lavoro che stava svolgendo gli garbava assai. E gli sarebbe dispiaciuto mollare, cosa che poi accadde solo un anno dopo, visto che nel frattempo era arrivato il commissario Tronca. Ma a sorprenderlo fu soprattutto la surreale vicenda in cui una parte maggioritaria del Pd romano sfiduciò Marino e lo accompagnò alla porta. “Sembra fantascienza. E’ una scelta che pagheremo cara…”, disse allora presagendo il disastro, ovvero la vittoria di Virginia Raggi. 

  
Maurizio Veloccia oggi è assessore all’Urbanistica nella giunta Gualtieri e quell’harakiri piddino gli portò in qualche modo fortuna, perché poi Nicola Zingaretti lo volle con sé come vicecapo di gabinetto alla Pisana, dove Veloccia consolidò il rapporto con Zinga e costruì quello col suo superiore, Albino Ruberti. Entrambi l’hanno fortemente sponsorizzato per un assessorato in Campidoglio, dove Ruberti è capo di gabinetto del sindaco. E non da poco: l’Urbanistica, con il grande potere che palazzinari e costruttori detengono in città, è sempre una casella delicatissima. E’ qui che si realizzano i piani regolatori, si disegna la Roma del futuro, si decide quale area è edificabile e quale no, con tutte le varianti del caso. Anche per questo, nei tre assessorati prenotati dal Pd, uno era proprio l’Urbanistica. E così ecco Veloccia, anche se lui è ingegnere elettronico. Ma la nomina viene descritta come “tutta politica”. Il Pd ha piazzato 3 assessori: Veloccia, Sabrina Alfonsi ed Eugenio Patanè. Con la Alfonsi ha fatto campagna insieme ma alla fine il più votato del Pd è lui, Veloccia, con 5.250 preferenze, secondo solo a Rachele Mussolini.

  
“Sono nato a Roma 44 anni fa, dove vivo con mia moglie, un meraviglioso bambino e Spillo, un cane trovatello. Sono un ingegnere elettronico e da sempre mi occupo di sistemi informativi e di comunicazione. Ma oltre a questo c’è un’altra grande passione nella mia vita: la politica”, scrive sul suo sito. “E’ finita l’epoca degli urlatori. Gualtieri è una persona competente e pacata”, ha detto dopo la vittoria. “Dalla sua ha l’esperienza di aver presieduto un grande municipio. E una notevole capacità politica, anche di mediazione”, dice di lui chi lo conosce bene. Anche se a volte, d’altronde è ingegnere, scivola troppo nel “precisetti”. 

  
“Il museo della scienza al Flaminio, nelle ex caserme, si farà. Sono pronti 43 milioni”, ha spiegato in una delle prime interviste. Ma ha anche promesso di riprendere in mano i fili delle grandi opere incompiute o abbandonate della città, dalle Vele di Calatrava all’ex Fiera di Roma sulla Colombo, dalla Roma-Lido al miglioramento delle sponde del Tevere, eccetera, per “sbloccare la città” e rendere più credibile la candidatura a Expo 2030. Ad assisterlo gli è stato affiancato Fabio Bellini, ex consigliere regionale e già “giovane turco”, oggi molto vicino a Claudio Mancini. In passato Veloccia ha lavorato in Accenture, a Lait spa e a Laziocrea, società in house della Regione. Privato e para pubblico. Ma nel frattempo era già arrivata la politica. 
 

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