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Raggi ci lascia con 228 bus flambé in 5 anni, regina delle ceneri

Fernando Magliaro

L’incendio più scenografico fu quello notturno all’Aurelio: la palla di fuoco che sfrecciava senza freni nel buio

Ventisei in una volta sola non era mai accaduto ma con quelli andati a fuoco nel deposito Atac di Tor Sapienza, l’altra notte, il computo dei bus che hanno preso fuoco sale a 203 vetture Atac più altre 25 di Roma Tpl che è il consorzio privato che gestisce, proroga dopo proroga, un centinaio di linee periferiche. Il totale nel quinquennio Raggi delle vetture incendiate, quindi, sale a 228, in media quasi una vettura a settimana. 

  
I 26 andati a fuoco l’altra notte erano tutte vetture a metano, in servizio come “riserve”, da usare, cioè, in caso di mancanza di autobus di “prima linea” non sono l’unico caso di roghi di gruppo. Appena lo scorso agosto, un rogo distrusse tre vetture Atac in attività ferme al deposito di Grottarossa. A giugno 2020 andarono in cenere 7 vetture nel deposito di via Candoni ma lì erano tutti bus già radiati dal servizio e in attesa di essere demoliti. A dicembre 2018 altro incendio, in questo caso al deposito di Tor Pagnotta, e due vetture finirono arrostite. 

  
Nella storia dei roghi che hanno accompagnato il quinquennio Raggi/5Stelle in Campidoglio ce ne sono alcuni che spiccano: su tutti quello esploso (maggio 2018) a via del Tritone che solo per un vero colpo di fortuna e il sangue freddo dell’autista che ha fatto scendere tutti i passeggeri, non si registrarono morti. Poi quello notturno, all’Aurelio: il bus che si incendia, il rogo divampa, la vettura perde i freni e inizia una discesa vorticosa trasformata in una palla di fuoco che distrugge tutto al proprio passaggio.

  
Poi c’è quello record: un minibus elettrico, linea 119, che il 23 maggio 2019, dopo neanche due giorni dal rientro in servizio, prende fuoco a via Sistina. Per le carte ufficiali Atac è una vettura “recuperabile” che, però, da quel giorno ha smesso di circolare. E fra le carte ufficiali di Atac spiccano alcune incongruenze: svariate vetture andate a fuoco ma etichettate dall’azienda come “recuperabili” in una lista di 10 giorni fa ma  scomparse dalla circolazione dal giorno del rogo, incluse alcune radiate negli anni ma che l’azienda considera ancora “recuperabili”.
 

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