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Capitale di tutti

Sui poteri di Roma Virginia Raggi gioca la sua battaglia, ma intanto Salvini rilancia Bertolaso

E il sindaco ribadisce la necessità del voto su Rousseau

Marianna Rizzini

Il Garante del Movimento la sostiene ma non nomina la piattaforma, Raggi vuole l'investitura on line. Magi, Tocci e Fassina puntano sui "comuni metropolitani", la destra prende la rincorsa

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“Ringrazio Beppe Grillo, ma il voto su Rousseau va fatto”. Il sindaco Virginia Raggi insiste, dopo aver chiesto di sottoporre la sua ricandidatura al giudizio degli attivisti e dopo che Grillo le ha lanciato un ambiguo “aridaje” al grido di “Roma ha bisogno ancora di te”, senza però nominare la piattaforma presieduta da Davide Casaleggio. E insomma Raggi ci gira intorno – “le parole di Beppe sono un grande attestato di stima”, però “una votazione la chiedevo sin dal febbraio 2020” – e però, avendo sciolto l’estate scorso le riserve sulla ricandidatura, crede “che un percorso di trasparenza vada fatto per correttezza nei confronti di tutti”.

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“Ringrazio Beppe Grillo, ma il voto su Rousseau va fatto”. Il sindaco Virginia Raggi insiste, dopo aver chiesto di sottoporre la sua ricandidatura al giudizio degli attivisti e dopo che Grillo le ha lanciato un ambiguo “aridaje” al grido di “Roma ha bisogno ancora di te”, senza però nominare la piattaforma presieduta da Davide Casaleggio. E insomma Raggi ci gira intorno – “le parole di Beppe sono un grande attestato di stima”, però “una votazione la chiedevo sin dal febbraio 2020” – e però, avendo sciolto l’estate scorso le riserve sulla ricandidatura, crede “che un percorso di trasparenza vada fatto per correttezza nei confronti di tutti”.

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Ma il punto è un altro: la ricandidatura di Raggi, e l’endorsement monco di Beppe Grillo, illuminano un problema alleanze, da un lato – il Pd, che a livello nazionale viaggia in tandem con il M5s, con il segretario pd Nicola Zingaretti e il deus ex machina Goffredo Bettini come sponsor, a livello locale non è intenzionato a sostenere Raggi, come dice lo stesso Bettini. Dall’altro lato il M5s, a Roma, non è compatto, anzi: una parte del Movimento dialoga con il Pd al punto da immaginare, seppure in potenza, un sostegno all’eventuale candidato dem, l’ex ministro Roberto Gualtieri, sotto l’insegna di una sorta di “lista Conte” per Roma. Che le elezioni slittino o no, Raggi procede in solitaria con la campagna elettorale. Tanto più quando si presenta l’occasione di gettare lo sguardo oltre il proprio elettorato, come mercoledì durante l’Assemblea capitolina straordinaria per la riforma dei poteri di Roma Capitale: “Dobbiamo riflettere a prescindere dagli schieramenti politici”, ha detto, “solo uniti vinceremo la battaglia sui poteri, è un dovere morale e politico portare la città nel futuro, sarà una vittoria di tutti, diversamente sarà una sconfitta per tutti”.

 

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Intanto il deputato Riccardo Magi di +Europa, il deputato di Leu e consigliere capitolino Stefano Fassina e l’esponente del Pd Walter Tocci propongono “l’unificazione in termini amministrativi e istituzionali tra Roma Capitale e Città metropolitana per rendere i Municipi veri e propri comuni metropolitani”. Non tutto tace, nel frattempo, a destra: “C’è in ballo Bertolaso, che sta dando prova di efficienza, appena fatta la squadra di governo ci penseremo, e altri si sono fatti avanti”, ha detto Matteo Salvini, intervistato su Rai . E ha aggiunto: “Sicuramente il nostro candidato non sarà Raggi”. 

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