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Roma Capoccia

Strano ma vero

Gianluca De Rosa

Forse mezza cosa buona rimane dopo 5 anni di Raggi: la riqualificazione Tiburtina

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Ci sono anche i fondi per la “Rivoluzione Tiburtina”. L’Assemblea capitolina ha approvato martedì l’ultimo maxi emendamento a bilancio previsionale dell’era Raggi (la prima almeno). Alla fine, dopo un lungo braccio di ferro e critiche durissime arrivate anche dai consiglieri di maggioranza, con un maxiemendamento sono stati aggiunti 15 milioni per la spesa corrente, 5 per coprire quei tagli al sociale che hanno portato sindacati e opposizioni a protestare per due giornate sotto palazzo Senatorio. Nel bilancio però ci sono anche gli investimenti. Per la precisione, 457 milioni in tre anni (2021-2023). Ci sono i fondi per i nuovi treni delle metro A e B e quelli inviati dal Mit per la promessa elettorale del 2016: la funivia Battistini-Casalotti. Ci sono soprattutto, circa 60 milioni per le infrastrutture, 24 per completare strade e opere in quello che sarà il futuro polo direzionale di Tiburtina-Pietralata. Una rivoluzione promessa ed evocata da anni, ma che stenta a rendersi visibile ai romani.

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Ci sono anche i fondi per la “Rivoluzione Tiburtina”. L’Assemblea capitolina ha approvato martedì l’ultimo maxi emendamento a bilancio previsionale dell’era Raggi (la prima almeno). Alla fine, dopo un lungo braccio di ferro e critiche durissime arrivate anche dai consiglieri di maggioranza, con un maxiemendamento sono stati aggiunti 15 milioni per la spesa corrente, 5 per coprire quei tagli al sociale che hanno portato sindacati e opposizioni a protestare per due giornate sotto palazzo Senatorio. Nel bilancio però ci sono anche gli investimenti. Per la precisione, 457 milioni in tre anni (2021-2023). Ci sono i fondi per i nuovi treni delle metro A e B e quelli inviati dal Mit per la promessa elettorale del 2016: la funivia Battistini-Casalotti. Ci sono soprattutto, circa 60 milioni per le infrastrutture, 24 per completare strade e opere in quello che sarà il futuro polo direzionale di Tiburtina-Pietralata. Una rivoluzione promessa ed evocata da anni, ma che stenta a rendersi visibile ai romani.

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Il piazzale est della Stazione, infatti, è ancora mal collegato con il sistema viario di Pietralata: in pratica è quasi del tutto impossibile spostarsi dalla stazione al quartiere che si trova a un passo senza dover fare giri impensabili. In questa zona (lo scorso Francesco Rutelli ci portò i cronisti per pubblicizzare la sua scuola per giovani amministratori) c’è un unicum romano in totale antitesi con i normali problemi: una stazione della metro (Quintiliani, linea B) attiva ben prima che intorno sorgessero uffici e appartamenti da servire. Una stazione nel nulla, in mezzo a erbacce e rifugi di fortuna. Chiusa tra i Monti Tiburtini (all’altezza dell’ingresso dell’Ospedale Sandro Pertini) e la campagna urbana. Adesso la Sapienza sta realizzando qui uno studentato, mentre Istat e Ferrovie dello Stato porteranno qui i loro quartieri generali. Con le strade completate dal Campidoglio Roma avrà un nuovo e moderno quartiere.

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