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Roma Capoccia

D’Amato: “Il vaccino russo funziona? Usiamolo”

Gianluca De Rosa

L’assessore alla Sanità dice di voler tenere separate geopolitica e pandemia. Dati Covid in peggioramento nel Lazio

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L’assessore alla Sanità della Regione Lazio vorrebbe fare come il primo ministro ungherese, il riferimento dei populisti europei, Viktor Orbán. I dati sulla sperimentazione del vaccino russo Sputnik V, pubblicato su The Lancet, ripeteva ieri: “Sono molto buoni. Se esiste questa possibilità, perché non ci muoviamo? Aifa deve fare un atto di coraggio, valutarlo e approvarlo”. In Ungheria, in effetti, è accaduto proprio questo, superando i paletti dell’Ema, l’agenzia nazionale ha autorizzato l’utilizzo del siero russo per i vaccini. Lo ha fatto con una procedura d’urgenza, come ribadito ieri anche dalla commisaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, assolutamente legittima. D’Amato, è noto, da settimane sostiene questa tesi: geopolitica e lotta al virus devono mischiarsi il meno possibile. Le dichiarazioni di ieri del primario del Sacco di Milano Massimo Galli, d’altronde, lasciano pensare che gli equilibri internazionali abbiano pesato eccome: “Su Sputnik – ha spiegato l’infettivologo – ci sono dati al di là delle mie aspettative. Qualcuno di molto autorevole nel paese lo aveva pubblicizzato in maniera tale che in Occidente si erano create reazioni di rigetto e d’incredulità, ma questi dati mostrano un risultato decisamente molto buono. Sono rimasto francamente colpito”.

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L’assessore alla Sanità della Regione Lazio vorrebbe fare come il primo ministro ungherese, il riferimento dei populisti europei, Viktor Orbán. I dati sulla sperimentazione del vaccino russo Sputnik V, pubblicato su The Lancet, ripeteva ieri: “Sono molto buoni. Se esiste questa possibilità, perché non ci muoviamo? Aifa deve fare un atto di coraggio, valutarlo e approvarlo”. In Ungheria, in effetti, è accaduto proprio questo, superando i paletti dell’Ema, l’agenzia nazionale ha autorizzato l’utilizzo del siero russo per i vaccini. Lo ha fatto con una procedura d’urgenza, come ribadito ieri anche dalla commisaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, assolutamente legittima. D’Amato, è noto, da settimane sostiene questa tesi: geopolitica e lotta al virus devono mischiarsi il meno possibile. Le dichiarazioni di ieri del primario del Sacco di Milano Massimo Galli, d’altronde, lasciano pensare che gli equilibri internazionali abbiano pesato eccome: “Su Sputnik – ha spiegato l’infettivologo – ci sono dati al di là delle mie aspettative. Qualcuno di molto autorevole nel paese lo aveva pubblicizzato in maniera tale che in Occidente si erano create reazioni di rigetto e d’incredulità, ma questi dati mostrano un risultato decisamente molto buono. Sono rimasto francamente colpito”.

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Il siero russo d’altronde permetterebbe di velocizzare la campagna vaccinale seriamente compromessa, almeno fino a marzo, dalla riduzione delle dosi che AstraZeneca invierà ai paesi europei. Non solo. Ema ed Aifa invitano ad utilizzare quel vaccino solo per gli under 55. Negli ultimi giorni, intanto, il bug del sito, con problemi che tornano a singhiozzo, per la prenotazione del vaccino degli over 80, ha fatto penare non poco l’assessore che da inizio pandemia prova a non sbagliarne una, ad arrivare in anticipo, a essere sempre il primo della classe. Stavolta le cose non sono andate benissimo e le critiche sono piovute un po’ da ogni parte. Talvolta anche pesanti. Il virologo Roberto Burioni su Twitter ha ricordato che non vaccinare anche solo un giorno significa che “persone che potrebbero non morire muoiono”. Nota stampa su nota stampa la Regione ha replicato a tutti e adesso cerca di andare avanti. Il dato di ieri è abbastanza confortante: sono 160mila, circa un terzo, degli oltre 450mila, gli over 80 che hanno già prenotato il vaccino. I tempi però sono, come spiegato, molto lunghi: si va oltre marzo.

 

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Per vaccinare tutti bisognerà aspettare giugno. La Regione Lazio per farlo d’altronde ha armi limitate. Solo due vaccini, quello di Pfizer e quello di Moderna che dovrebbero arrivare con cadenza settimanale. Ogni sette giorni circa 50mila dosi di Pfizer e circa 6mila di Moderna. I due vaccini hanno anche tempi diversi per l’inoculazione della seconda dose: 21 giorni il primo, 28 il secondo. Come già raccontato su queste pagine, dunque, la Regione programma di vaccinare circa 3.500/3.700 persone al giorno per concludere la campagna vaccinale degli over 80 a inizio giugno. “La disponibilità delle prenotazioni è collegata alla disponibilità dei vaccini assicurando e garantendo la seconda dose - ha detto l’assessore - Nel caso ci fossero più vaccini a disposizione in automatico ci sarà la possibilità di anticipare le prenotazioni”. Anche perché, D’Amato lo ripete: “Abbiamo 90 punti vaccinali e potremmo attivare rapidamente grandi centri per fare fino a 25mila inoculazioni al giorno”. Insomma, se arrivassero nuovi vaccini accelerare non sarebbe un problema.

   

Un problema deriva dal vaccino Astrazeneca che arriverà a breve in oltre 100mila dosi (molte meno di quelle previste inizialmente) ma per cui, comunque, mancano ancora le indicazioni dei ministero, dopo che Ema e l’Aifa hanno espresso le loro raccomandazioni. Intanto i nuovi casi nel Lazio sono saliti di nuovo sopra quota mille, 500 nella Capitale, 49 i morti e 2.119 i guariti. Aumentati anche i ricoveri, mentre calano le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 10 per cento.

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