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Roma capoccia

La Befana di Virginia Raggi, con messaggio ai bimbi su Facebook

Il sindaco parla in stile Evita-Cristina D'Avena ai piccoli cittadini "supereroi". Ma intanto guarda al centro cattolico e alla sinistra a sinistra del Pd

Marianna Rizzini

Il messaggio dell'Epifania: "La Befana mi ha detto che siete stati bravissimi". Le mosse per la riconquista di una città che l'ha anche detestata

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C’è la Piazza Navona di ieri mattina, 6 gennaio, mai vista così da nessuno che sia stato bambino a Roma: deserta e silenziosa, senza una bancarella, spettrale nonostante gli enormi amplificatori che la sera accompagnano con suoni lo spettacolo ricorrente di luci, e austera nonostante il raggio di sole rubato alle previsioni del tempo orribili. E poi c’è il sindaco Virginia Raggi, su Facebook, in giacca verde squillante, occhi che ridono e tono materno – un po’ Evita (Peròn), un po’ Cristina (D’Avena).

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C’è la Piazza Navona di ieri mattina, 6 gennaio, mai vista così da nessuno che sia stato bambino a Roma: deserta e silenziosa, senza una bancarella, spettrale nonostante gli enormi amplificatori che la sera accompagnano con suoni lo spettacolo ricorrente di luci, e austera nonostante il raggio di sole rubato alle previsioni del tempo orribili. E poi c’è il sindaco Virginia Raggi, su Facebook, in giacca verde squillante, occhi che ridono e tono materno – un po’ Evita (Peròn), un po’ Cristina (D’Avena).

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Ed ecco, al primo clic, il messaggio: “Bambine e bambini, ma lo sapete che la Befana questa mattina mi ha lasciato un biglietto sulla scrivania? C’era scritto che quest’anno siete stati bravissimi! E io sono d’accordo con lei! Avrete sicuramente vissuto delle feste di Natale un po’ diverse, non sarete riusciti a vedere i vostri nonni. Un grande sacrificio. Ma siete stati dei piccoli supereroi, e non solo durante queste vacanze”. Non bastasse, Raggi ribadisce: “Lo sapete che anche grazie a voi stiamo riuscendo a sconfiggere questo brutto virus? Siete stati responsabili, avete capito bene tutte le regole, e magari siete stati voi a ricordare a mamma e papà di usare l’igienizzante… io conto molto sul vostro aiuto”.

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E insomma, se la pandemia ha steso il suo velo nero sulla Befana, la festa che Roma fortemente rivolle quando Giulio Andreotti, in anni di austerità, da premier, provò a cancellare (sommerso dalle proteste, come ricordò lui stesso sul Messaggero), il sindaco stende una pietosa voce sulla mancata cuccagna, una delle tante prove generali di riconquista mediatica della città in cui è stata anche molto detestata. E la Befana porta anche altro, ché il sindaco è in campagna elettorale permanente, seppure non esplicita, nonostante le chiusure anti-Covid di Natale abbiano depotenziato, al momento, qualsiasi velleità di grancassa negli avversari e qualsiasi volontà di rimpasti in giunta: silenti infatti negli ultimi giorni le destre e le sinistre, silente Raggi stessa sugli assessori con cui non va più d’accordo.

  

Guarda un po’ qui e un po’ lì, il sindaco, ai possibili mondi extra Cinque Stelle: da cui l’attenzione al centro cattolico (vedi dichiarazioni di ieri sui “tamponi fatti ai senza dimora sotto al colonnato di San Pietro”) e il tentativo di avvicinamento alla sinistra-a sinistra-del Pd, dopo gli sgomberi di fine novembre, azione che era parsa invece un ammiccare a destra: nei giorni scorsi Raggi ha approvato una delibera sulle associazioni morose a rischio sgombero, dando il via libera all’uso temporaneo per chi è in regola con i canoni. E l’Epifania, che le feste si porta via, non dissolve l’incertezza: ma davvero Raggi ora fa “la compagna”?

   

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