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odo romani far festa

Un Natale virtuale

Giuseppe Fantasia

Dalle visite guidate online ai video-mapping sulle sulle facciate degli edifici. Il Covid ci priva del contatto con gli altri (ma non dell'intrattenimento e della cultura)

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In questo Natale strano in cui il Covid ci fa stare separati e con pochi, in alcuni casi persino da soli, ma sempre distanziati, “mascherinizzati” e igienizzati da gel dagli odori improbabili, domina ovviamente il virtuale. La speranza, almeno per ora, non ci abbandona, e quella parola, seppur in inglese, ci conforta da “3 Decades of Dissent”, la mostra di Shepard Fairey che vediamo grazie alla piattaforma Lieu.City, una nuova tecnologia al servizio dell’arte che ne migliora la fruibilità e che si mette a servizio di musei, espositori e appassionati. Nel caso dell’artista californiano, ci fa entrare di nuovo alla Galleria d’Arte Moderna di via Crispi dove troviamo una delle sue opere più conosciute, la copia autografata di “Hope” (2008) in cui ha ridefinito il volto di Barack Obama, creando così un’immagine iconica che ha fatto il giro del mondo.

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In questo Natale strano in cui il Covid ci fa stare separati e con pochi, in alcuni casi persino da soli, ma sempre distanziati, “mascherinizzati” e igienizzati da gel dagli odori improbabili, domina ovviamente il virtuale. La speranza, almeno per ora, non ci abbandona, e quella parola, seppur in inglese, ci conforta da “3 Decades of Dissent”, la mostra di Shepard Fairey che vediamo grazie alla piattaforma Lieu.City, una nuova tecnologia al servizio dell’arte che ne migliora la fruibilità e che si mette a servizio di musei, espositori e appassionati. Nel caso dell’artista californiano, ci fa entrare di nuovo alla Galleria d’Arte Moderna di via Crispi dove troviamo una delle sue opere più conosciute, la copia autografata di “Hope” (2008) in cui ha ridefinito il volto di Barack Obama, creando così un’immagine iconica che ha fatto il giro del mondo.

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Da grande sperimentatore di linguaggi, stili e messaggi politici quale è, con questa sua mostra – la prima in assoluto da lui autorizzata in Italia - Fairey presenta 30 opere grafiche inedite creando delle “Interferenze d’arte” con le opere del museo, dei veri e propri rapporti concettuali tematici e iconografici con Balla, Guttuso e Schifano. Sempre grazie alla piattaforma creata dal gallerista ed informatico Deodato Salafia - che ci permette anche di assistere all’Art Rights Prize - ci spostiamo da un piano all’altro della GAM tra le opere politiche e ironiche di Fairey, come “Jesse” - con il volto del reverendo Jesse Jackson in cui adotta esplicitamente il linguaggio visivo degli anni ’60 e ’70, in particolare del movimento Black Power – “Hendrix” - la ridefinizione della celebre campagna di sticker “André the Giant Has a Posse” con il volto del campione di wrestling – o “Power and Equality” - dedicata ad Angela Davis, attivista del movimento afroamericano statunitense e militante del Partito Comunista degli Stati Uniti d’America.

 

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Da dentro, ci spostiamo “Fuori”, alla Quadriennale d’Arte 2020, dove uno speciale tour a 360° realizzato in collaborazione con il MAECI, ci accompagna alla scoperta delle sale del Palazzo delle Esposizioni e dei 43 artisti ospitati permettendoci di muoverci liberamente tra le sale o di seguire il percorso consigliato della mostra con un sistema di navigazione pratico e funzionale come i contenuti multimediali. Tempo di un vodka tonic, questa volta reale, all’Hotel Westin Excelsior di via Veneto – che ha organizzato “Giving Back”, l’iniziativa volta a raccogliere abiti ed accessori usati da destinare alla Comunità di Sant’Egidio – e poi subito a Palazzo Farnese dove gli spazi più iconici (la Galleria dei Carracci, lo Scalone d’Onore o il Salone d’Ercole) come quelli inediti (il sottosuolo antico e il granaio), sono stati invasi per due giorni dalla bellezza di grandi arie d’opera grazie ad un interessante accordo di cooperazione franco-italiano che ha permesso così di organizzare, quasi in contemporanea, un concerto romano con i giovani cantanti della Fabbrica del Teatro dell'Opera di Roma e uno parigino all’Hôtel de la Rochefoucauld Doudeauville, sede dell'Ambasciata italiana a Parigi, con cantanti dell’Académie de l’Opéra national de Paris, permettendo, in entrambi i casi, di scoprire i due gioielli del patrimonio francese e italiano tra arie di Berlioz, Helévy e Bizet. “La cultura e l’arte, in tutte le loro forme, sono fondamentali e Palazzo Farnese tornerà presto ad essere il cuore pulsante della città di Roma”, ci dice Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia, e con Carlo Fuortes, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, lo speriamo davvero. Rieccola quella parola – che si unisce a quelle degli organizzatori del movimento Bauli In Piazza (BIP) che dopo Milano, Bergamo e Udine hanno ideato e progettato “L’Albero dei Bauli” in piazza San Silvestro con un’installazione composta da 60 capienti flight case - strumento-simbolo che accomuna tutti coloro che lavorano dietro le quinte di teatri, cinema, concerti, fiere ed eventi – volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni rispetto alla profonda crisi subita quest’anno dagli operatori del settore dello spettacolo a causa delle forti restrizioni anti-Covid.  

 

 

Resiste e brilla “Spelacchio” a Piazza Venezia mentre la Piazza del Campidoglio si illumina a festa con le “Visioni di Natale”, uno spettacolo di video-mapping sulla facciata di Palazzo Senatorio che è un vero e proprio viaggio tra affreschi e dipinti che nei secoli hanno raccontato il periodo dalla Natività all’Adorazione dei Re Magi. Il racconto parte da un immenso cielo stellato, particolare della Volta con Madonna col Bambino, dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, mentre la luce di una stella illumina “L’Apparizione dell’angelo ai pastori” dell’allievo Taddeo Gaddi, considerata la prima scena notturna dell’arte occidentale che ci sia pervenuta. Il viaggio prosegue con la Natività del Correggio e l’Adorazione dei pastori di Rubens - dove Maria e Giuseppe non hanno nulla di sacro che li distingue se non la potenza di una luce sovrumana – fino ai dipinti di Paul Barthel e Thomas Cooper Gotch in cui l’allegria dei bambini si fa canto. Luci speciali anche all’Auditorium Parco della Musica dove la Fondazione Musica per Roma ha organizzato un ricco calendario di spettacoli e concerti trasmessi in streaming ogni giorno per tutto il periodo delle festività sui suoi canali social e You Tube, con concerti di Paolo Fresu e Nicola Piovani, Peppe Servillo, Ascanio Celestini ed Eugenio Bennato che con il progetto “W chi non conta niente”, creerà “un viaggio musicale che inneggia all’arte controcorrente”, “quella che – spiega - nasce da una scintilla inconscia e va ad evidenziare la capacità degli ultimi di farsi sentire”.  

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Luci speciali e d’artista anche in piazza Augusto Imperatore grazie a Bvlgari che proprio lì aprirà presto il suo hotel. Il video mapping, lungo 120 metri, è caratterizzato dall’iconico motivo “Serpenti” della maison romana e da una moneta romana stilizzata con l’effigie di Augusto che insieme si muovono su un cielo stellato, un messaggio di speranza (eccola di nuovo qui) e ottimismo. Che è poi quello che cerchiamo di avere visitando in anteprima il Mausoleo di Augusto, una delle più imponenti opere architettoniche della romanità, il più grande sepolcro circolare del mondo antico. Chiuso dal 2007 e ora recuperato e restaurato grazie alla Fondazione Tim, potrà essere visitato da tutti (per i romani sarà gratuito previa prenotazione), ma le visite saranno possibili solo dal 1° marzo del 2021. “Magie” Capitali.

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