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La partita dei sindaci

Il centrodestra e le Comunali 2021. Il candidato che non c'è

Il nome che piace solo a Forza Italia e Lega, e Giorgia Meloni che dice "Chiara Colosimo", ma che cosa intende? Le partire parallele e successive (regione Lazio e Milano)

Marianna Rizzini

L'ex capo della Protezione Civile, la ricerca di un candidato manager (andata a vuoto), la giovane consigliera regionale di FdI. E la divergenza di opinioni tra Lega e FdI sul candidato politico

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La partita del sindaco, anzi dei sindaci (Roma, Milano, Napoli, Torino – nel 2021). E la partita che a Roma, sul tema, nel centrodestra, si dipana a intermittenza lungo i vertici a tre Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia. Vertici che dovrebbero, a dicembre, arrivare a una sintesi sul nome. E però, in attesa del prossimo, tra una settimana, pare che il vero tema sia un altro: a che cosa pensare, mentre si pensa al sindaco di Roma?

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La partita del sindaco, anzi dei sindaci (Roma, Milano, Napoli, Torino – nel 2021). E la partita che a Roma, sul tema, nel centrodestra, si dipana a intermittenza lungo i vertici a tre Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia. Vertici che dovrebbero, a dicembre, arrivare a una sintesi sul nome. E però, in attesa del prossimo, tra una settimana, pare che il vero tema sia un altro: a che cosa pensare, mentre si pensa al sindaco di Roma?

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Ci sono infatti partite parallele o successive: per esempio la regione Lazio (2023, obiettivo di FdI), per esempio Milano, obiettivo della Lega, che aveva puntato su Roma anzitempo, con una campagna sul territorio “law and order”, e che però oggi fatica a trovare un candidato. In mezzo c’è il nome, fatto da Silvio Berlusconi, di Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, già candidato a sindaco di Roma nel 2016, poi ritiratosi in favore di Alfio Marchini. E se Matteo Salvini, dopo aver cercato invano un candidato di società civile, ha infine dato una sorta di approvazione ufficiale a Bertolaso (“è un uomo del fare, dinamico e concreto, mi piace”), Giorgia Meloni, che non ha mai nascosto la preferenza per un nome politico, ha usato parole ambivalenti: “Sarebbe un ottimo sindaco, ma non so se sarebbe un buon candidato”.

 

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Fatto sta che non è ancora stata risolta la questione della differenza di scelta a monte sul nome politico o non politico, posizione che divide Lega e Fratelli d’Italia, anche se inizialmente la Lega aveva puntato sulla propria classe dirigente locale (vedi Claudio Durigon, coordinatore leghista a Roma, con bacino di influenza presso Latina). C’erano stati poi i giorni in cui Salvini, neanche troppo sottotraccia, si era messo a sondare nomi di imprenditori e manager, primo tra tutti quel Flavio Cattaneo su cui in molti, nel centrodestra, avevano rivolto l’attenzione. E c’erano stati i giorni di incertezza sul “che farà Giorgia Meloni?”.

 

E, qualche giorno fa, Meloni ha messo sul piatto il nome di una giovane fedelissima, la consigliera regionale Chiara Colosimo, trentacinquenne al secondo mandato, già organizzatrice di Atreju, festa dei giovani di Fdi, studi di Scienze Politiche alla Luiss, famiglia di medici, gioventù trascorsa tra la Garbatella e la Balduina. Ma che fine ha fatto il tema dell’esperienza politica che Meloni metteva sul piatto proprio per opporsi all’idea salviniana dell’uomo “non partitico” di società civile, si sono domandati gli osservatori? Colosimo, infatti, pur consigliera, pare nome non ancora testato nell’interlocuzione istituzionale e internazionale. E se la consigliera ha condotto battaglie in linea con lo spirito anticasta del tempo, vitalizi in testa, ci si domanda se il suo profilo voglia essere davvero speso nell’agone di Roma 2021 o incarni più un’operazione rottamatrice (di una storia e tradizione della destra locale). 

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