PUBBLICITÁ

RomaCapoccia

“Bimbi con il Covid raddoppiati. Ma guariscono tutti”, dicono al Bambino Gesù

Gianluca Roselli

L'ospedale pediatrico ha dedicato un reparto alla cura del virus. “I bambini si ammalano, ma quasi tutti sono asintomatici e quasi nessuno si aggrava. Però bimbi e ragazzi sono contagiosi come gli adulti”

PUBBLICITÁ

Con la seconda ondata i casi sono raddoppiati. Ma la situazione è sotto controllo e chi si ammala non è mai grave e guarisce in pochi giorni. Parliamo di bambini e ragazzi con il Covid, compresi i neonati. E ne parliamo con i massimi esperti italiani, ovvero i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che, appena scoppiata la pandemia, a marzo, hanno deciso di trasformare in ospedale Covid una parte del loro centro d’eccellenza di Palidoro, tra Fiumicino e Torrimpietra, alle porte della capitale. Qui in questi mesi sono stati portati i bimbi con Covid del Bambino Gesù ma anche di altri ospedali romani e laziali. Dal primo di marzo al 31 di ottobre sono stati ricoverati 214 bambini: 56 dal primo marzo al 31 maggio, 42 da giugno a fine agosto, 116 dal primo settembre al 31 ottobre. Numeri più che raddoppiati con la seconda ondata, per l’appunto.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Con la seconda ondata i casi sono raddoppiati. Ma la situazione è sotto controllo e chi si ammala non è mai grave e guarisce in pochi giorni. Parliamo di bambini e ragazzi con il Covid, compresi i neonati. E ne parliamo con i massimi esperti italiani, ovvero i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che, appena scoppiata la pandemia, a marzo, hanno deciso di trasformare in ospedale Covid una parte del loro centro d’eccellenza di Palidoro, tra Fiumicino e Torrimpietra, alle porte della capitale. Qui in questi mesi sono stati portati i bimbi con Covid del Bambino Gesù ma anche di altri ospedali romani e laziali. Dal primo di marzo al 31 di ottobre sono stati ricoverati 214 bambini: 56 dal primo marzo al 31 maggio, 42 da giugno a fine agosto, 116 dal primo settembre al 31 ottobre. Numeri più che raddoppiati con la seconda ondata, per l’appunto.

PUBBLICITÁ

 

Nel mese di novembre finora si sono registrati 34 ricoveri. E ora sono presenti 10 bambini e 8 genitori positivi al virus. In totale, dei 214 positivi fino al 31 ottobre, ci sono stati 14 neonati, 43 bimbi sotto i 3 mesi, 33 da 3 mesi a un anno, 42 da 1 a 3 anni, 39 da 3 a 10 anni, 29 da 10 a 14 anni, 28 sopra i 14 anni. Il 73 per cento ha un’età sotto i 10 anni. L’età media dei pazienti è invece di 5,85. 170 su 214 hanno contratto il virus in famiglia. “I bambini si ammalano, ma quasi tutti sono asintomatici, stanno bene e guariscono in poco tempo. Di solito i ricoveri non superano i sei giorni. Quasi nessuno si aggrava: io ne ho avuti solo 4 o 5 in terapia intensiva, ma perché affetti anche da altre patologie, e nessuna vittima. Però bimbi e ragazzi sono contagiosi come gli adulti”, racconta Andrea Campana, responsabile del Centro Covid Palidoro. Cinquantadue anni, bresciano, una moglie e tre figli, Campana è arrivato a Roma 17 anni fa proprio per lavorare al Bambino Gesù. Anche i dati nazionali dell’Istituto Superiore di Sanità confermano questo scenario: da inizio marzo ai primi di ottobre i bimbi da 0 a 9 anni infettati sono stati 34.309, il 3,5% del totale, con 4 vittime e una percentuale di letalità pari allo zero. Ma come si ammalano i neonati e i bimbi entro i 3 mesi? “Alcuni contraggono il virus dalla mamma positiva, ma non è detto. Possono anche prenderlo dopo, nei primi 28 giorni di vita, ovvero il periodo in cui un neonato è considerato tale. Ma voglio smentire qualche luogo comune: non è detto che da una mamma positiva nasca per forza un bimbo positivo. Ho avuto diversi casi di mamme positive che hanno dato alla luce bimbi negativi. Il virus, inoltre, non si trasmette attraverso il latte materno, quindi una mamma positiva, se sta bene, può anche allattare”, spiega il dottor Campana. Il parto cesareo è più sicuro di quello naturale.

 

PUBBLICITÁ

“Se una mamma è positiva, con il cesareo c’è un rischio minore di trasmissione del virus al neonato”, dice Campana. Il parto di una donna con Covid comporta qualche complicazione in più, ma nemmeno troppe. La questione, semmai, è più psicologica, perché mamma e bambino, in caso di positività di uno dei due, non possono stare a contatto per diversi giorni. E questo pesa alla madre, ma anche al nascituro, che non può godere dell’affetto materno nei suoi primi giorni di vita. Per quanto riguarda la cura, i medicinali sono gli stessi usati per gli adulti, ma con un dosaggio molto minore. A metà ottobre si è diffusa la notizia di un cluster di neonati positivi all’Umberto I, fatto però smentito dall’ospedale. “L’unico cluster neonatale di cui sono a conoscenza è stato all’ospedale di Civitavecchia, a inizio pandemia, con 5 neonati ammalati. Erano i primissimi giorni e ancora non sapevamo nulla del virus. Ora lo conosciamo meglio e sappiamo come muoverci”, sostiene Campana. Secondo cui l’allarme sulle scuole è stato del tutto immotivato. “I ragazzi non si infettano a scuola, se non in percentuali residuali. Capisco che, chiudendo le superiori, si sia voluto intervenire su quel che c’è intorno, a partire dal trasporto pubblico, ma quando il contagio mollerà la presa, la prima cosa da fare sarà riaprire le superiori”, afferma con convinzione il medico del Bambino Gesù.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ