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Natale col Covid. Negozi e pasticcerie si preparano alla resistenza

Gianluca De Rosa

Gli esercenti romani sperano nelle prossime settimane. In tanti si organizzano con siti internet ed e-commerce

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A Roma è un novembre di belle giornate, reparti d’ospedale che si riempiono e, paradossalmente, vie dello shopping che nel fine settimana fanno altrettanto. Ciononostante, mentre quasi tutta Italia, in gergo Dpciemmesco, si colora d’arancione, il Lazio – con numeri parzialmente incoraggianti – resiste, giallo come il sole sulle vie della Capitale. Si attendono sviluppi. Intanto, il Natale è diventato il convitato di pietra della pubblica discussione, l’oggetto pensato da tutti e nominato con una certa reticenza, tra preoccupazione e desiderio. Una cautela che riguarda soprattutto chi deve decidere come dovrà svolgersi. Ieri l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato intervistato dall’agenzia Dire preferiva parlare del capodanno, quando “sarà impensabile fare feste”.

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A Roma è un novembre di belle giornate, reparti d’ospedale che si riempiono e, paradossalmente, vie dello shopping che nel fine settimana fanno altrettanto. Ciononostante, mentre quasi tutta Italia, in gergo Dpciemmesco, si colora d’arancione, il Lazio – con numeri parzialmente incoraggianti – resiste, giallo come il sole sulle vie della Capitale. Si attendono sviluppi. Intanto, il Natale è diventato il convitato di pietra della pubblica discussione, l’oggetto pensato da tutti e nominato con una certa reticenza, tra preoccupazione e desiderio. Una cautela che riguarda soprattutto chi deve decidere come dovrà svolgersi. Ieri l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato intervistato dall’agenzia Dire preferiva parlare del capodanno, quando “sarà impensabile fare feste”.

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Sul Natale, in Regione come al governo, si nicchia, viceministri e sottosegretari parlano piano piano. “Sarà sottotono, ma con protezione e attenzione le cene si potranno fare”, assicurava ieri il viceministro grillino Pierpaolo Sileri. Natale, d’altronde, può essere l’arma segreta del coronavirus per tornare a diffondersi, ma cassarlo del tutto può trasformarsi in quella letale per tante imprese. L’argomento, dunque, è molto scivoloso. Ieri, per dire, la Coldiretti diffondeva dati allarmanti: solo per vini e spumanti le restrizioni nel periodo delle feste possono costare 1,2 miliardi. E se i produttori di panettone, torroni e pandoro hanno ridotto le produzioni di circa il 10-15 per cento, tra i commercianti e i pasticceri della Capitale, forse ringaluzziti dal via vai del sabato pomeriggio, si respira un clima se non di ottimismo, di desiderio di rimboccarsi le maniche.

 

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Nei casi peggiori di romanissimo fatalismo. “Noi per adesso abbiamo congelato gli ordini di panettoni, pandori e torroni”, spiega Augusto Scaglione, 26 anni, figlio del titolare di Castroni, sede via di Boccea. “Stiamo ritardando il più possibile qualsiasi ordine in attesa di capire che accadrà con le chiusure. Per adesso però nessuno ci sta chiedendo qualcosa e quindi temporeggiamo”. Giorgia Grillo, pasticcera e titolare di Nero Vaniglia, che considera il panettone la punta di diamante del suo locale non si perde d’animo: “Per noi – dice – le festività sono importantissime, quest’anno ci è saltato San Giuseppe e anche a Pasqua, nonostante il grande sostegno dei nostri clienti più affezionati, non è andata benissimo: ho fatto 300 colombe d’asporto, molte meno del normale.

 

Per Natale però devo essere fiduciosa per forza: il panettone vale una buona parte del nostro fatturato, ne facciamo oltre un migliaio. Proveremo anche quest’anno a rimanere sugli stessi numeri. Anche perché le materie prime le abbiamo ordinante a luglio. Che facciamo, le buttiamo?”. Grillo racconta poi che il timore di chiusure improvvise ha spinto ad anticipare gli acquisti dolciari: “Rispetto agli altri anni qualcuno è venuto già a chiederci il panettone, noi però non usando conservanti non abbiamo ancora iniziato la produzione, partiremo settimana prossima con una d’anticipo rispetto al normale. Penso e spero che la gente, costretta in casa, non rinunci però al panettone”.

 

Nei negozi d’abbigliamento l’atteggiamento è molto fatalista. “E se ci chiudono, chiudiamo. Che bisogna fare?”, ride sarcastica la titolare di un negozio d’abbigliamento di via Cola di Rienzo. I numeri lasciano sperare. Ieri c’è stato un calo dei positivi (2.479, 129 in meno del giorno precedente), anche se sono stati meno anche i tamponi. Il rapporto tra tamponi effettuati e nuovi casi scoperti resta stabile, sempre oscillante tra l’8 e il 10 per cento, molto meno della media nazionale. Gli ospedali però continuano a riempirsi e hanno costretto la Regione a disporre un nuovo aumento di posti letto dedicati alla malattia.

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Per questo l’assessore D’Amato è netto: “Se nel fine settimana continuano gli assembramenti bisognerà chiudere tutto anche qui”. Alberto Frascone, direttore del negozio d’abbigliamento di via Cola di Rienzo Eredi Pisanò spiega: “Noi per adesso siamo organizzati come sempre, ma certo c’è un grande punto interrogativo che aleggia sulle nostre teste e se dovessero essere disposte le chiusure bisognerà trovare qualche valida alternativa per il Natale”. Qualcuno ha già pensato al canale tanto temuto, ma adesso anche usato: l’e-commerce. Emanuele Longo, dipendente del marchio di calzini Gallo, racconta: “Già facciamo tante vendite online attraverso il sito, le cose vanno abbastanza bene”.

 

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C’è chi invece per adesso non ha un servizio di e-commerce ma si sta attrezzando. “Se non ci chiudono prima sono convinto che in tanti anticiperanno i regali con il Black friday, in alternativa ci stiamo preparando anche noi per l’e-commerce” racconta Marco Ricchi, dipendente de “L’angolo”, negozio d’abbigliamento di viale Marconi. Anche Amazon da settimane pubblicizza il suo di Black friday online. “Amazon continua a fare concorrenza sleale specialmente adesso che la situazione è di difficoltà, i negozi sono in crisi perché con la chiusura delle somministrazioni alle 18, dopo in giro non c’è più nessuno. Di fatto è una chiusura anticipata anche per altri esercizi” dice Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma.

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