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L’assessore Ziantoni in guerra contro l’Ama: “Quelli ripristinano i cassonetti”

Gianluca De Rosa

“Colli Aniene non sarà il cavallo di Troia per tornare indietro col porta a porta”. Il nuovo assessore capitolino all'Ambiente avverte la municipalizzata, che nel quartiere a est di Roma vuole tornare alla raccolta stradale

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Quando quattro anni fa l’allora assessore all’Ambiente capitolino, Pinuccia Montanari, in preda a una foga appassionata spiegava come in pochi anni Roma si sarebbe trasformata in una distesa di bidoncini, in un regno di piccoli e tecnologici mastelli capaci di fare della città il più grande sistema di raccolta porta a porta d’Italia, forse d’Europa, i grillini capitolini gongolavano e annuivano con occhi sognanti, convinti davvero che nel 2021 questa magia logistica avrebbe portato allo straordinario risultato di una differenziata al 70 per cento. Le opposizioni, invece, ridacchiavano sotto i baffi, bollavano l’operazione come un’utopia, un progetto velleitario. Anche i più cinici tra loro però non si sarebbero aspettati che quattro anni dopo ci si sarebbe trovati davanti a uno scenario tanto paradossale. Ama ha annunciato che a Colli Aniene, periferia Est della città, si torna ai cassonetti: il porta a porta non garantisce la salute dei netturbini della municipalizzata. E pensare che in quel quartiere la raccolta porta a porta ce l’ha portata addirittura Veltroni. Era il lontano 2007. Un passo indietro quindi, ancora più inaccettabile. E infatti poco dopo la notizia, sul posto si è subito recata Katia Ziantoni, 36 anni e cuore puro, militante anti impianti, pasionaria nemica delle discariche, chiamata dal municipio di Tor Bella Monaca in Campidoglio da Virginia Raggi per prendere il posto lasciato scoperto due anni fa proprio da Pinuccia Montanari.

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Quando quattro anni fa l’allora assessore all’Ambiente capitolino, Pinuccia Montanari, in preda a una foga appassionata spiegava come in pochi anni Roma si sarebbe trasformata in una distesa di bidoncini, in un regno di piccoli e tecnologici mastelli capaci di fare della città il più grande sistema di raccolta porta a porta d’Italia, forse d’Europa, i grillini capitolini gongolavano e annuivano con occhi sognanti, convinti davvero che nel 2021 questa magia logistica avrebbe portato allo straordinario risultato di una differenziata al 70 per cento. Le opposizioni, invece, ridacchiavano sotto i baffi, bollavano l’operazione come un’utopia, un progetto velleitario. Anche i più cinici tra loro però non si sarebbero aspettati che quattro anni dopo ci si sarebbe trovati davanti a uno scenario tanto paradossale. Ama ha annunciato che a Colli Aniene, periferia Est della città, si torna ai cassonetti: il porta a porta non garantisce la salute dei netturbini della municipalizzata. E pensare che in quel quartiere la raccolta porta a porta ce l’ha portata addirittura Veltroni. Era il lontano 2007. Un passo indietro quindi, ancora più inaccettabile. E infatti poco dopo la notizia, sul posto si è subito recata Katia Ziantoni, 36 anni e cuore puro, militante anti impianti, pasionaria nemica delle discariche, chiamata dal municipio di Tor Bella Monaca in Campidoglio da Virginia Raggi per prendere il posto lasciato scoperto due anni fa proprio da Pinuccia Montanari.

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“Colli Aniene non sarà il cavallo di Troia di Ama per tornare indietro col porta a porta”, ha ribadito ieri la neoassessora alludendo a un più ampio piano di dismissione del porta a porta davanti a un ignoto dirigente di Ama spedito dall’amministratore unico Stefano Zaghis a spiegare invano che cosa ha spinto la municipalizzata alla scelta di tornare ai cassonetti. I problemi segnalati dai sindacati e condivisi dall’azienda sono poi stati anche certificati dalla Asl: diverse utenze delle circa 4.800 (per 11mila abitanti) di Colli Aniene hanno caratteristiche architettoniche e urbanistiche tali da rendere il lavoro dei netturbini eccessivamente gravoso. Spiegava ieri il dirigente della municipalizzata: “Spesso i bidoni condominiali si trovano in locali interni troppo piccoli che costringono per gli operatori a dover spostarli tutti per ritirare la frazione del giorno”. Altre volte, accade nei condomini particolarmente grandi, la distanza da dove gli operatori di Ama lasciano il furgone e il punto dove si trovano i bidoncini è talmente ampia da far percorrere a ciascun netturbino quasi 8 chilometri a turno. Lunghe distanze e gravosi pesi. In diversi condomini, infatti, i mastelli sarebbero tenuti in locali raggiungibili solo passando per gradoni o brevi scalinate, sprovvisti di scivolo per i bidoncini. In questo caso gli operatori sarebbero costretti a sollevare fino a 50 chilogrammi. Ama stima addirittura che nel corso di un turno un netturbino potrebbe trovarsi ad alzare, un mastello dopo l’altro, fino a 5mila chili.

 

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Ziantoni però non si è fatta spaventare dalle lamentose misurazioni dell’azienda. Sul ritorno ai cassonetti non ha voluto sentire ragioni. “La Asl – ha detto – non ha obbligato Ama a tornare al sistema di raccolta stradale, ma ha solo detto di adeguarsi alla normativa. Solo che l’azienda non ha fatto nulla per più di un anno e questo non va bene”. Ziantoni è convinta che dietro il ritorno al passato più che la salute dei dipendenti di Ama ci sia un calcolo molto ragionieristico: “L’azienda giustifica la scelta sottolineando come la raccolta stradale sia meno costosa di quella porta a porta che però garantisce qualità della differenziata e responsabilizzazione dei cittadini. Una società in house non deve ragionare così. Se l’obiettivo è mantenere il sistema attuale, si migliora il modello, non si rimettono i cassonetti”. L’assessore ha fatto capire di essere già pronta a trovare soluzioni. “In un condominio ci siamo accordati per realizzare cinque aree perimetrali, in prossimità della strada, per permettere una migliore e più agevole raccolta. Le soluzioni alternative ci sono, e si possono trovare. La mia proposta era, e resta, di coinvolgere direttamente gli amministratori di condominio per risolvere le situazioni più gravose per gli operatori. La prossima settimana convocheremo un tavolo con Ama, allargato anche a loro”.

 

La raccolta porta a porta, dunque, non sarà arrivata in tutta la città come promettevano nel 2016, ma almeno (forse) non arretrerà. E così entusiasti quasi come quattro anni fa i grillini capitolini hanno confermato la linea dell’assessora. “Tornare indietro in una zona che è stata fra le prime ad adottare questo modello, che è risultato apprezzato anche dai cittadini, è una scelta assolutamente sbagliata”, ha detto il consigliere Roberto Di Palma. “Ama è stata chiara dal punto di vista tecnico, ma noi lo siamo stati dal punto di vista politico. L’Assessore Ziantoni ha dato un indirizzo e su questo la visione è molto evidente”.

 

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