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“La retorica dei soldi? Basta. Per fare le mostre ci vuole solo talento”

Gianluca Roselli

Dandy, salottiero, eccentrico di sinistra. Angelo Bucarelli ci racconta la città dalla sua terrazza di Testaccio

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Roma. “L’amministrazione dei 5 stelle a Roma è un disastro, la loro incompetenza è grave quanto la corruzione che vogliono combattere. Mettere persone inadeguate nei ruoli strategici è un peccato imperdonabile, perché noi romani abbiamo una responsabilità verso il mondo. Roma non è solo nostra, ma è un patrimonio dell’intera umanità”. Angelo Bucarelli, esperto d’arte, artista egli stesso, esteta e organizzatore di eventi culturali, curatore di mostre e cataloghi, è deluso per come vanno le cose nella Capitale. “Il declino è iniziato dal Duemila. Veltroni ha avuto il merito di ridare un’identità culturale alla città, ma ha fatto più comunicazione che sostanza, lasciando molti debiti. La sua Festa del cinema è stata un inutile monumento a se stesso. Poi si è interrotta la sinergia, il networking tra pubblico e privato, che è il motore della cultura in tutte le capitali europee. Gli imprenditori con cui parlo io mi dicono: il comune non ci viene nemmeno a chiedere i soldi! E poi qualcuno osa scandalizzarsi perché Gucci paga per sfilare ai Musei Capitolini. Ma dai! La moda è cultura”, afferma Bucarelli.

 

“Il modo con cui il Pd ha trattato Ignazio Marino è stato vergognoso. Ma il punto più basso è con i 5 stelle: stanno depauperando la città. Luca Bergamo è anche persona carina, preparata, con una sua storia, ma cosa può fare se è circondato da incompetenti?”, si chiede. Un panorama desolante. “Roma è fantastica, io la amo più di me stesso e soffro a vederla ridotta così. Il panorama culturale è povero e le mostre inesistenti. Dicono: non ci sono soldi. Ma con un po’ di fantasia e creatività le cose si fanno anche con poco denaro! I soldi poi arrivano…”, osserva Bucarelli. Il pensiero va alla pochezza del Maxxi o alla desolazione dell’ex Mattatoio di Testaccio, il suo quartiere. “La soluzione sarebbe dare il timone a persone di serie A. Come sindaco sarebbe perfetto Carlo Fuortes, che ha ridato vita al Teatro dell’Opera, o Giordano Bruno Guerri, che ha trasformato il Vittoriale di D’Annunzio in un polo culturale straordinario. Roma non può avere come sindaci quelli che non sono riusciti a diventare ministri. C’è una classe dirigente scadente, con un mix di ex palazzinari e un ceto medio di impiegati pubblici. Poi, però, ci sono i romani, a cui della propria città non gliene frega niente. A Roma esiste un 25 per cento di virtuosi, il resto lasciamo perdere…”. La sua ricetta per la città del futuro? “Diventare la città dell’arte: scuole e accademie che insegnino arti, design e architettura ai ragazzi di tutto il mondo”.

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La sua ultima mostra è stata del 2013, a Istanbul. “Ora vorrei farne una a Roma, ma le cose vanno a rilento”, dice. Nel frattempo si diletta organizzando mostre di altri, eventi aziendali e privati, ma pure cene, compleanni e matrimoni del jet set. “In ogni mia mostra ho sempre seguito con attenzione la comunicazione e la parte ludica, si vede che qualcuno ha apprezzato…”, racconta. La frequentazione del bel mondo gli è valsa una rubrica di mondanità nelle pagine di cronaca cittadina del Corriere della Sera. “E’ una cosa piccola, ma mi diverte molto. Cerco di cogliere tic e spigolature di una certa mondanità, parlo di charity, segnalo percorsi, indico luoghi. Roma è piena di personaggi interessanti”, spiega. Frequentare il bel mondo è un ottimo punto di osservazione su ciò che si muove in città. Come lo è il suo terrazzo, con una splendida vista su Testaccio, degna appendice di un appartamento denso di opere d’arte (sue e di altri) senza essere pesante, anzi leggero e scanzonato. “Ci abito da cinque anni, prima stavo a Trastevere. Roma è come una ciambella: c’è il centro e poi quello che c’è intorno. E la grande periferia. Per questo ci vorrebbero due sindaci: chi vive ai Parioli è molto diverso da chi sta in centro, sono due città diverse. Testaccio, naturalmente, è centro, con la sua anima nobile e popolare. Last but not least, Bucarelli è elegantissimo ed eccentrico. Si considera un dandy? “Ma no! Il dandy ha un animo melanconico e decadente. A me piace divertirmi, andare alle feste, immergermi nella vita, vestire colorato!”. E’ stato sposato con Nina Fürstenberg (nel suo passato c’è stata anche Edwige Fenech) e ha tre figlie che adora.

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