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Dopo il voto alle primarie del Pd, che succede a Roma?

Marianna Rizzini

Il segretario Andrea Casu (non zingarettiano) non si dimette e rilancia

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Roma. Quale riflesso avrà su Roma la vittoria del governatore del Lazio Nicola Zingaretti alle primarie del Pd? La domanda corre tra Campidoglio, Regione e Nazareno. E mentre Zingaretti mette nella lista delle priorità la Tav e le autonomie, a livello locale un bisbiglìo insistente raggiunge il segretario del Pd romano Andrea Casu – che alle primarie ha scelto Roberto Giachetti e che per questa decisione, dice sempre il bisbiglìo, sarebbe in qualche modo destinato alla sostituzione. “Non ho intenzione di commentare il retroscena”, dice Casu, interpellato in proposito: “Mi interessa la scena: e non mi pare che gli elettori abbiano voluto chiedere il congresso anticipato del Pd. Anzi, ci hanno chiesto unità. La prima risposta non può essere una resa dei conti”. A Roma, dice il segretario cittadino, “c’è stata una straordinaria partecipazione. Vuol dire che la città resiste e vuole reagire al fallimento di questo governo”.

 

Il punto è: come? Nel Pd non tutti la pensano allo stesso modo. “Zingaretti ha vinto e oggi è il mio segretario. Dobbiamo costruire un’alternativa, c’è bisogno di tutti. Pensiamo alla ripartenza, cerchiamo di fare in modo che il Pd sia accogliente e tenga conto anche delle esperienze civiche”. E però, a monte, Casu ha sposato una linea per così dire “post-renziana”: “Il congresso è un momento di confronto tra impostazioni politiche e io penso che il contributo di Giachetti e Anna Ascani sia stato importante. E’ la posizione di chi rivendica con orgoglio le cose fatte durante i governi Renzi e Gentiloni, contro l’inciucio Lega-M5s. La loro presenza ha contribuito alla partecipazione di chi altrimenti non sarebbe andato a votare. Ripeto: ora Zingaretti è il mio segretario, sono a sua disposizione, a cominciare dalle Europee. E approvo che come prima cosa sia andato a Torino, a dire che non si può fermare la Tav. Tutto il Pd è unito su questo”.

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A chi prefigura la suddetta resa dei conti locale, Casu risponde: “La maggioranza delle persone che lavora con me ha votato diversamente da me alle primarie, ma ora siamo uniti nel percorso. C’è un dato da cui partire: l’impegno e il merito collettivo di una nuova generazione che si sta ingegnando per la città e per riavvicinare il Pd ai cittadini in modo umile, raccogliendo le energie esterne. Per le Europee, prima, e per vincere a Roma, poi. Abbiamo ricevuto in eredità un Pd in condizioni difficili di finanziamento, ma – a costo zero – in un anno e mezzo abbiamo raggiunto risultati positivi: a Roma, alle Politiche 2018, il Pd è andato meglio che altrove, ed è stato il primo partito alle Regionali. E se è vero che nel III e nell’VIII municipio hanno vinto candidati di sinistra non pd, i voti del Pd sono stati essenziali alla vittoria. E quindi possiamo dirlo a testa alta: il Pd è vivo”.

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