C'è una fronda pro-Salvini nel M5s in Campidoglio? No, però…
Tre consiglieri grillini si sono alzati al momento di esprimersi su una mozione di condanna del decreto sicurezza. Teresa Zotta si confessa
Roma. Il motivo della telefonata lo indovina prima ancora di rispondere. “Mi chiamate per sapere come mai non ho votato, vero?”, dice Teresa Zotta, consigliera comunale del M5s che ieri, insieme ad altri tre colleghi, si è alzata nel momento in cui l’Aula Giulio Cesare era chiamata a esprimersi su una mozione di condanna del decreto sicurezza. “Ci ho preso?”.
Perspicace, consigliera.
“Voi vi divertite sempre a parlare di gialli. Ma qui non c’è nessuna fronda filosalviniana dentro al nostro gruppo”.
Lei, però, la mozione voluta dall’assessore Laura Baldassarre non l’ha votata.
“Mi ero allontanata per un’emergenza”.
Nulla di grave, speriamo.
“Mi aveva chiamato mia figlia, il dibattito è proceduto più spedito del previsto”.
Per cui, se fosse stata in Aula, avrebbe votato a favore del documento?
“Guardi, io sono molto concentrata sui miei temi. Ora ad esempio sono ad Anzio per una iniziativa contro il gioco d’azzardo”.
Ma se fosse stata in Aula...
“Io mi allineo sempre alle decisioni della maggioranza”.
Per cui, se fosse stata in Aula...
“Avrei seguito in maniera più diretta il dibattito in corso. Avrei valutato insieme ai miei colleghi”.
Loro si sono espressi contro il decreto sicurezza.
“Ammetto che si tratta di un argomento che non ho avuto modo di approfondire”.
Ma ne avrete discusso, prima di mettere al voto la mozione.
“Sì, ma alle riunioni del gruppo io non sono mai andata”.
E perché?
“Motivi personali. Ho molti urgenze personali, in questo periodo”.
Non la sento troppo preoccupata, sul tema. Al contrario della Baldassarre.
“L’assessore è molto impegnata in questa direzione”.
E lei, invece, consigliera Zotta?
“Io mi fido dei miei rappresentanti alla Camera e al Senato. Mi pare che questo decreto sia passato anche con l’approvazione dei nostri parlamentari”.
Dunque è stato incoerente, a suo avviso, esprimersi contro quello stesso decreto a Palazzo Senatorio.
“Direi che è stato un atto intempestivo. Aveva magari senso farlo prima, semmai, non dopo il voto in Parlamento”.
Noi però dobbiamo credere al fatto che lei si sia allontanata per puro caso.
“Ma certo, altrimenti avrei tolto anche la scheda dal mio posto, no?”.
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