Rifiuti abbandonati a Via dell'Archeologia (Foto LaPresse)

Montanari ci dice che il pendolarismo della monnezza romana “non esiste”

Gianluca De Rosa

Nel X Municipio la situazione dei rifiuti è peggiorata ulteriormente. La differenziata dove c'è funziona, ma non basta

Roma. Sui rifiuti ci attendono tempi ancora più difficili, a quanto pare. Scadrà infatti il 7 luglio il contratto di Ama con l’Ati, l’associazione d’imprese che trasporta agli inceneritori di Emilia e Lombardia le 300.000 tonnellate di monnezza che ogni anno vengono trattate negli impianti di trattamento meccanico-biologico (Tmb) romani. Ama ha indetto una gara per affidare il servizio, ma è andata deserta. Gli uffici ne stanno disponendo una nuova per poi andare in affidamento diretto (con costi di almeno 15 euro in più a tonnellata) nelle more del bando, ma non è detto che si farà in tempo. Intanto, per i rifiuti non trattati è già scaduto il contratto che permetteva il trasporto di 70.000 tonnellate in Austria e Germania. Insomma, al di là dei piani utopistici sulla differenziata, nella municipalizzata dei rifiuti si combatte con le contingenti emergenze della realtà.

 

Questo in generale. Intanto, ad Acilia, pile di monnezza irregolari s’accumulano una accanto all’altra intorno ai cassonetti senza soluzione di continuità. Le immagini sono quelle viste e riviste ovunque, ma qui la situazione inizia ad avere contorni apocalittici. In questa parte del X Municipio, tra Ostia e Casal Palocco, tra il mare e le villette residenziali nascoste dai pini marittimi, l’accumulo dei rifiuti è un male conosciuto. Eppure nelle ultime settimane le cose sono peggiorate ulteriormente. Secondo le opposizioni in municipio, però, la colpa stavolta non è solo dell’inefficiente raccolta e del sincopato smaltimento che rende spesso Roma un monezzaio, ma della nuova raccolta differenziata ultratecnologica targata Raggi e lodata da Beppe Grillo.

 

“Dopo l’introduzione all’Axa del porta a porta i quartiere adiacenti, in particolare Acilia, sono diventati l’obiettivo dei ‘pendolari dei rifiuti’”, dice Cristina Masi, capogruppo di Forza Italia al X municipio. “Prima l’Axa era una discarica – prosegue la consigliera – perché da Casal Palocco e Infernetto, dove già c’era il porta a porta, trasportavano i rifiuti. Ora che è stato introdotto anche all’Axa, il trasbordo si è spostato ad Acilia: più s’introduce il porta a porta, più alcune zone sprovviste del servizio diventano discariche”. Interpellata dal Foglio sul tema l’assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Pinuccia Montanari, ha negato: “Abbiamo fatto un sopralluogo  e non ci risulta nulla. Non c’è nessuno rifiuto accumulato. Domani (oggi per chi legge ndr) invieremo le foto”.

 

La raccolta differenziata grillina, dove c’è, è effettivamente un successo: i dati parlano di un 85 percento di differenziata al ghetto ebraico e del 93 ad Axa, ma dietro questi numeri incredibili non c'è solo la piaga dei ‘pendolari’, ma anche il fatto che se il ghetto è poco più di un condominio, il quartiere Axa ha 10.000 abitanti e poco più di 2.000 utenze. Una goccia nel mare. Inoltre, secondo gli annunci di novembre dell’assessora tutto il municipio X sarebbe già dovuto passare al nuovo sistema. Di questo passo, ha scritto Legambiente, per convertire tutta Roma alla differenziata con chip dei grillini servirebbero 191 anni. E vabene che la città è eterna, però…. Montanari tuttavia ricorda: “La stessa Legambiente ha lodato il sistema che stiamo introducendo. E comunque c’è un crono programma preciso che gli abbiamo girato. L’estensione della raccolta, come l’obiettivo sulla differenziata, è al 2021”. 

 

Dal X municipio però le opposizioni non ci stanno. Monica Picca, consigliera di Fdi, sostiene che i cumuli di monnezza che Montanari non vede ad Acilia hanno anche un secondo legame con la nuova differenziata. “La maggior parte del personale Ama viene dirottato all’Axa, peggiorando ancor di più la situazione dei quartieri limitrofi che era già al colasso”, dice. Anche su questo l’assessora Montanari nega.

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