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L’Opa di Zingaretti

Marianna Rizzini

Nel mezzo della bufera (per Raggi) il governatore pd anticipa il M5s con la legge a tutela dei “rider”

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Roma. Le ombre si allungano sul Campidoglio di Virginia Raggi, non soltanto per le conseguenze eventuali del caso stadio, con dichiarazioni, controdichiarazioni e rimbalzo di responsabilità a cinque stelle sul ruolo dell’ex presidente di Acea Luca Lanzalone. Oggi intanto il sindaco sarà in tribunale – processo per falso per la promozione di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Raffaele – e la coincidenza temporale tra l’una e l’altra situazione ad alta carica di esplosività mediatica (prima che giudiziaria) ha già prodotto due giorni di testacoda all’interno della maggioranza, con i consiglieri grillini più riottosi dapprima sull’orlo delle dimissioni, e poi decisi a fare apparentemente fronte comune al grido di “Virginia, stiamo uniti e stop agli esterni”.

  

Ma questi sono anche i giorni in cui la procura ha dato parere favorevole al concordato preventivo Atac come male minore e “unica soluzione” per evitare il disastro, ferma restando l’alea: l’azienda, per presentarsi all’assemblea dei creditori, deve aspettare il responso finale del Tribunale fallimentare (entro luglio), mentre all’orizzonte si staglia il referendum di novembre (promosso da Radicali Italiani e Radicali Roma) sulla messa a gara del trasporto pubblico locale.

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Raggi cammina sull’orlo dello sfacelo su più fronti, non sostenuta come un tempo dai vertici casaleggiani del Movimento (e da Luigi Di Maio). Ma se il M5s, a livello romano, per i motivi suddetti, è (di nuovo) in crisi di credibilità, lo stesso M5s, a livello laziale – dove Roberta Lombardi dialoga con la giunta del governatore pd Nicola Zingaretti – vive nel porto franco del rovesciamento di assetti rispetto al piano nazionale (dove la tentata intesa tra centrosinistra e Cinque stelle non s’è fatta). Zingaretti, infatti, anche candidato alla carica di segretario pd al futuro congresso, e quindi anche interessato a raccogliere consensi nell’ala sinistra del partito, ha bruciato sul tempo il vicepremier e ministro del Lavoro Di Maio sul tema “rider”.

 

La giunta regionale del Lazio ha approvato infatti una proposta di legge a tutela dei rider (su salute e sicurezza del lavoratore) e a favore di uno “sviluppo responsabile dell’economia digitale”, legge che dovrà poi essere sottoposta a consultazione online: un metodo “grillino” per antonomasia, ora scelto dal governatore del Pd. Nel descrivere la legge, non a caso, Zingaretti ha così definito la fuga in avanti: “Questa è una legislazione di competenza del Parlamento… Però credo sia un atto da compiere ugualmente per mettere in campo una provocazione politica”. (Provocazione-anticipazione).

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