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Preghiera

Non una personalità bensì un mezzo. Autobiografia di Virgilio, un autore perfettamente attuale

Camillo Langone

“Io Virgilio”, il nuovo libro di Geminello Alvi, un poeta che non va a capo: la vita senza scampo, la religione che si spegne, la patria che è l’Antica Roma come l’Italia odierna

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Non tutti i poeti hanno il vizio di andare a capo prima della fine della pagina. Geminello Alvi è un poeta che non va a capo e che ora ha scritto l’autobiografia di Virgilio, “Io Virgilio” (Marsilio). Probabilmente d’accordo con Eliot che considerava il poeta non una personalità bensì un mezzo. Alvi è il mezzo che Virgilio usa per rinascere, per rifarsi vivo davanti ai nostri occhi, e per scrivere nuovamente versi anzi frasi, frasi anzi versi, incantevoli: “Cos’è il nostro dovere? Un’acqua che ci trascina”. Oppure: “Roma cosmopolita, dove il rito è estinto”. O ancora: “La pietà è quanto riunisce luoghi, dèi, antenati, e di loro fa patria”.

E siccome parla un autore superclassico tutto è perfettamente attuale, tutto ci riguarda: la vita senza scampo, la religione che si spegne, la patria che è l’Antica Roma come l’Italia odierna. La pietà per “luoghi, dèi, antenati” mi riguarda in particolarissimo modo: è ciò che eccessivamente provo e ciò che affannosamente cerco nelle persone, per distinguerle tra frequentabili e non.

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