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preghiera

"Lascia che i morti seppelliscano i loro morti". Ovvero finirla col Duce e Bella ciao

Camillo Langone

Le parole di Gesù sono perfette per risolvere la festa statale di oggi, la stucchevole recita con la quale gli statalisti rossi e neri sequestrano la scena pubblica da decenni

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San Marco, amato San Marco, forse saprai che in sconto dei miei peccati sono molto ligio al calendario dei Santi: festeggio solo le feste cristiane, mai e poi mai quelle statali, e ogni 25 aprile festeggio soltanto te. E certo mi perdonerai se oggi non cito il tuo Vangelo ma quello dei tuoi colleghi, nostri fratelli, Luca e Matteo: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Le parole di Gesù sono perfette per risolvere la festa statale di oggi, quella che tanto eccita comunisti e fascisti, compagni e camerati. La stucchevole recita con la quale gli statalisti rossi e neri sequestrano la scena pubblica da decenni. Lascia che i morti seppelliscano i loro morti, dice Gesù a un giovane di allora e a noi di oggi. Sono parole dure, dette per scuotere. Per rompere con tradizioni sbagliate o esaurite. Sono parole sempre e ovunque attuali e ora e qui significano che bisogna seppellire i busti del Duce e “Bella ciao”, la politica come seduta spiritica, l’ideologia come necrofilia. E seguire la vita. Seguire la primavera.

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