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preghiera

Per la befana, datemi delle calze di lana

Camillo Langone

Dicono che non si usano più e che oggi si usa il caldo cotone. Più che un’evoluzione tecnica mi sembra un’involuzione economica, ennesima conseguenza della miseria imposta dall’ambientalismo

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“Calze nere di lana???”. La signora del negozio di intimo mi guarda come se venissi dalla luna, o dal Novecento: “Calze nere di lana???”. Sì, cerco calze nere di lana, lunghe… “Ma le calze di lana non si fanno più!”. Devo essermi perso qualcosa, d’inverno uso da sempre calze nere o blu di lana, le ultime le avrò comprate due o tre anni fa. Provo in un grande magazzino, niente, e in altri due negozi, uno dei quali gremito e molto fornito, e anche lì mi dicono, meno stupefatti ma non meno categorici, che per le calze la lana non si usa più e che oggi si usa il caldo cotone. Non sono così convinto ma due paia di calze blu in caldo cotone le compro, senza pensarci troppo perché costano un quinto se non un decimo delle vecchie calze di lana, alla peggio le userò nella mezza stagione. Ma più che un’evoluzione tecnica mi sembra un’involuzione economica, ennesima conseguenza della miseria imposta dall’ambientalismo. Poi cerco su internet e di calze di lana ne trovo, di Alpina, Bresciani, Ciocca, Debert, Domenico Maggio, Gallo, Perofil, Sozzi… Dunque se ne producono ancora, per noi nostalgici del calore e dello scialo. Befana, nella calza mettimi delle calze. Di lana.

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