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preghiera

Jerry Lee Lewis era un rocker (e un delinquente) vero

Camillo Langone

Andiamo verso il suo trigesimo. Incestuoso ed efferato, bigamo, alcolizzato anzi politossico, collezionista di mitragliatrici, evasore fiscale, indebitato fino alla bancarotta, guidatore senza patente. Poi penso ai Måneskin che adottano gattini, e sorrido perché il tempo sarà galantuomo

Verso il trigesimo di Jerry Lee Lewis, in questo momento all’inferno per le mille malefatte oppure in purgatorio o meglio ancora in paradiso per l’infinita misericordia di Dio, penso a questo rocker estremo, selvaggio, scatenato, a questo rocker sudista felicemente soprannominato “The Killer”, incendiario di pianoforti (col rischio di fare strage di spettatori), incestuoso ed efferato (la terza delle sette mogli era una cugina t-r-e-d-i-c-e-n-n-e), bigamo (a volte si sposava senza divorziare), alcolizzato anzi politossico, amfetamine e sonniferi e whisky tutto insieme, collezionista di mitragliatrici, feritore di un chitarrista (sopravvissuto perché al posto del mitra gli sparò con la pistola), arrestato sempre per faccende di armi davanti alla casa di Elvis Presley, evasore fiscale, indebitato fino alla bancarotta, guidatore di Rolls Royce senza patente, in sintesi un rocker vero, un delinquente vero, e poi penso ai Måneskin, rocker che fanno i test volontari antidroga e adottano gattini malati, e sorrido perché so che il tempo è galantuomo, che prima o poi, forse più prima che poi, passeranno dai riflettori al girone oscuro dei millantatori.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).