I Maneskin all'Eurovision song contest (LaPresse) 

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Da Prince ai Maneskin, la stroncatura si scrive da sola

Camillo Langone

Il fotografo Luigi Ghirri era un nemico degli stereotipi. Nel 1988 si accorse della truffa patinata del piccolo principe di Minneapolis, oggi l'inganno sono i vincitori dell'Eurovision 

“Niente di antico sotto il sole” (Quodlibet) è un libro per noi ghirriani imprescindibile: sono gli scritti e le interviste del fotografo che ci ha aperto gli occhi sulla Pianura Padana. A me è servito per capire che Luigi Ghirri era innanzitutto un nemico degli stereotipi. In tutti i campi. La stroncatura del concerto modenese di Prince (pagine 223-226) è sorprendente (Ghirri critico musicale?) e strepitosa (Ghirri critico musicale!): “Quello che ho davanti e che sento è semplicemente miserabile. Mi sento come uno a cui abbiano gettato addosso il contenuto di un bidone di spazzatura”. Correva l’anno 1988 e il piccolo principe di Minneapolis godeva di un credito enorme, a Miles Davis sembrava il nuovo Duke Ellington, a molti sembrava il nuovo Jimi Hendrix. Ma il fotografo emiliano era un libero estetologo e non si lasciò impressionare da siffatti paragoni: “Mi convinco che tutto sia un po’ truffaldino, come un’enorme grottesca parata verso il niente. Una trasgressione patinata, resti e cascami di avanguardie ormai logore”. Al posto di “Prince” si metta “Maneskin” e si scopra che la stroncatura funziona ugualmente e perfettamente: in 33 anni il rock stereotipato è cambiato pochissimo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).