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preghiera

Certi quadri di oggi fanno pensare che per noi maschi è davvero finita

Camillo Langone

Come “Dead swan” di Alessandro Fogo, quadro fresco fresco, del 2022. Leda e il Cigno, il soggetto è superclassico ma c’è una novità: lei che sta per sgozzare l’incombente pennuto. Se il cigno simboleggiasse soltanto Zeus, pazienza, solo che attraverso Zeus simboleggia il patriarcato, accidenti

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Che l’arte non prefiguri l’avvenire. Che l’artista non sia “un barometro delle trasformazioni”, come la definì Otto Freundlich nel 1930. Perché altrimenti, osservando “Dead swan” di Alessandro Fogo, quadro fresco fresco, del 2022, dovrei pensare che per noi maschi è davvero finita. Il giovane pittore veneto, in quanto giovane particolarmente esposto allo Zeitgeist, ha dipinto Leda e il Cigno. Il soggetto è superclassico ma c’è una novità: lei che sta per sgozzare l’incombente pennuto. Se il cigno simboleggiasse soltanto Zeus, pazienza, solo che attraverso Zeus simboleggia il patriarcato, accidenti. Che differenza con la Leda di Leonardo e dei leonardeschi, sorridente, con la Leda di Michelangelo, come ipnotizzata, con la Leda di Luca Cambiaso (la mia preferita), dolcemente collaborativa… Nell’intera storia dell’arte la regina di Sparta non fa che arrendersi al re degli dei. Adesso però tutto sta cambiando e Fogo documenta l’esecuzione del maschio oramai inteso, in quanto tale, come stupratore. O forse no, forse esagero con le paure, forse c’è ancora una speranza e me la fornisce Maurizio L’Altrella: anche lui ha appena dipinto Leda e il Cigno, anche il suo quadro presenta aspetti innovativi ma lei non ha in mano un coltello, godranno tutti, non morirà nessuno.

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