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preghiera

Il "Tango delle città italiane" mi fa credere che l'Italia esista ancora

Camillo Langone

Il brano di Davide Rondoni & Carlotta Santandrea innanzitutto è una poesia da ascoltare: le parole ricordano Pasolini, Solanas, Pavese, e un paese che mi sembra fosse una cosa bellissima

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Non ballo e meno che meno ballo il tango. Neanche lo guardo, il ballo, e figuriamoci il tango dove una bella donna si stringe, fastidiosamente, a un altro. Nondimeno ascolto rapito “Tango delle città italiane” di Davide Rondoni & Carlotta Santandrea. E’ un brano da ballare ma innanzitutto è, per me, una poesia da ascoltare.

Rondoni pronuncia in modalità “spoken word” parole che mi ricordano Pasolini, Solanas (ovvero “Vuelvo al Sur”), Pavese (quando dice di “occhi / di donne che si coprono / di nubi e vigneti”). Parole che mi ricordano l’Italia, che mi sembra fosse una cosa bellissima, piena di città “ognuna madre, fortezza e inespugnabile / carezza / traversate dai colombi, dalle visite lentissime / alle tombe”. Poesie come questa fanno quasi pensare che l’Italia esista ancora, ma non è possibile, sarà il caldo, la musica, la suggestione.

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