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preghiera

Inno a Lana Del Rey, che canta l'erotica del volante

Camillo Langone

“Lay your hands on me like you’re a Land Rover...”: così in "Arcadia", l'ultimo singolo della più bella cantante del mondo. Conosce i piaceri tattili di cambio e sedili, mica come gli elettori di Beppe Sala innamorati dei mezzi pubblici

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Sciolgo un inno a Lana Del Rey, la più bella cantante del mondo, una poetessa che Amanda Gorman levati, dea giunonica, linfatica, stella californiana fra le stelle americane, ottava meraviglia, musa dei motel, colonna di carne, petto d’avorio, denti bagnati nel latte (vedi Cantico dei Cantici), protagonista del nuovo video adescatore intitolato “Arcadia”, trionfo di movenze e toponomastica losangelina. “My body is a map of L.A.”, canta accarezzandosi. È una canzone e un trattato di urbanistica e il manifesto di un’Arcadia automobilistica e autostradale.

Ma certo! Oggi l’Arcadia non si trova in Grecia ma ovunque si estenda il trasporto privato, libero e romantico, mentre l’Anti-Arcadia, babilonia anticristica, è la metropoli delle metropolitane, soffocanti, e delle ztl, castranti. “Lay your hands on me like you’re a Land Rover...”. Lana Del Rey canta l’erotica del volante, i piaceri tattili di cambio e sedili, e se non sei un elettore di Beppe Sala lo capisci subito che i mezzi pubblici lo fanno diventare piccolo. Il vero uomo è sovrano, non si fa trasportare da nessuno, decide lui la direzione, duca nel suo dinamico ducato. Con la sua duchessa dalla magnifica carrozzeria: Lana, divina.

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