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Preghiera

La prima epidemia a stomaco pieno

Camillo Langone

A differenza del colera nella Venezia del 1849, oggi grazie a un sistema produttivo molto migliorato c'è così tanto cibo in giro. Chi mangia molto, ringrazi molto

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A Schio mi precipito nel parchetto vicino al teatro dove ho letto trovarsi il busto di Arnaldo Fusinato, poeta e patriota, difensore in armi della Repubblica di San Marco. Scrisse la struggente “L’ultima ora di Venezia”, poi citata da Franco Battiato: “Il morbo infuria / il pan ci manca / sul ponte sventola / bandiera bianca”.

 

  

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Trovo il busto, lo fotografo, quindi rifletto: nel 1849 a Venezia c’era il colera e non c’era da mangiare, oggi in Italia c’è la polmonite ma da mangiare ce n’è tantissimo. Non tutti possono permettersi tutto, ma da mangiare, ripeto, ce n’è tantissimo. I supermercati sono pieni. I negozi sono pieni. I furgoni delle consegne sono pieni. Io ho la cantina piena, il frigorifero pieno, la credenza piena, le mensole piene, la pancia piena. Sono un privilegiato? Come milioni di altri italiani.

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Nella storia il morbo ha infuriato mille volte ma solo stavolta, grazie a un sistema produttivo e distributivo evidentemente molto migliorato, c’è così tanto cibo in giro. Chi mangia molto, ringrazi molto.

 

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