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Preghiera

Fare qualcosa come fosse l'ultima volta. L'insegnamento di Alain Elkann

Camillo Langone

Nell'ultimo libro del giornalista ho sentito “Fuoco fatuo”, il film di Louis Malle e il libro di Pierre Drieu La Rochelle, due vette della mia esperienza estetica. Ci ho visto Maurice Ronet. E penso che vivrò di più

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“Gli tremavano le gambe, attraversò Avenue de l’Opéra senza guardare se arrivavano delle macchine. Era successo tutto in una giornata quando cadde in mezzo alla strada. Erano da poco passate le sei, la luce era ancora fioca, sfumata, il cielo grigiastro, tinto di viola e di rosa”. Contravvenendo alle mie regole inserisco una lunga citazione perché queste righe mi hanno fatto venire i brividi. Sono l’explicit di “Una giornata” di Alain Elkann (Bompiani) e ci ho sentito “Fuoco fatuo”, il film di Louis Malle e il libro di Pierre Drieu La Rochelle, due vette della mia esperienza estetica.

 

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Quasi lo stesso cocktail di donne, cravatte, bar, visite mediche, taxi, superalcolici, angoscia, notte, Parigi. Ci ho dunque visto Maurice Ronet, anche se il protagonista del romanzo di Elkann è più vecchio e più ricco. Non cambia molto, quando l’orizzonte ti si chiude davanti. Edmond Bovet-Maurice ha 68 anni, gli piacciono ancora le donne, gli piace ancora il suo lavoro ma stanno per mandarlo in pensione e sta ingrassando e ha un neo che lo preoccupa.

 

“Quando faccio qualcosa penso molto spesso che può essere l’ultima volta”. Lo penso anch’io ogni tanto, e pensarlo è spaventoso ed è bellissimo, mi fa vivere più intensamente, e grazie a questo libro lo penserò di più, vivrò di più.

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