Patrizia Cavalli

Preghiera

"Vita meravigliosa" (o forse no)

Camillo Langone

L'ultimo libro di Patrizia Cavalli è più digeribile del precedente, ma il bruciore di stomaco c'è

Cerco l’amore per essere punita / così in anticipo vinco la partita”. Il masochismo femminile va sempre onorato e dunque punisco subito Patrizia Cavalli e l’ultimo “Vita meravigliosa” (Einaudi). Scrivendo che nelle sue nuove poesie c’è tanta vecchia poesia, tanto Kavafis, tanto Penna, tanto Wilcock (inoltre, questo colpo farà particolarmente male, c’è tanta, troppa Patrizia Valduga, un po’ come nell’ultima canzone di Tommaso Paradiso c’è tanto, troppo Umberto Tozzi). Dicendo, per fingere di darle un po’ di requie, che almeno questo librino risulta più leggibile del precedente “Con passi giapponesi”, indigeribile come spesso accade alla prosa dei poeti (ricordo un romanzo faticoso del caro Valentino Zeichen, ricordo le prose fastidiose di Dino Campana).

 

 

Assestandole infine la sferzata definitiva notando che nei suoi versi circola parecchio cattivo alcol, a pagina 22 c’è addirittura un inno al whisky che a leggerlo ho rischiato il brucior di stomaco. (Si riaprano piuttosto i libri di Giuseppe Conte, innaffiati di Pigato, di Raffaello Baldini, che assegnava il primato al Sangiovese, di Carolus Cergoly, che molto cantò il Terrano, insomma dei poeti che se ne intendono).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).