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Anche i fruttivendoli non sono tutti uguali

Camillo Langone

Io discrimino sempre, pure quando compro gli ortaggi. Non bisogna cedere al nichilismo ortofrutticolo

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San Giovanni e Sant’Anna, per causa vostra sono colpevole di discriminazione. Non so se è un reato e se posso dirlo in pubblico dunque lo dico solo in preghiera: io discrimino ossia distinguo i fruttivendoli in fruttivendoli che conoscono e vendono le pere di San Giovanni e le pesche di Sant’Anna e fruttivendoli che non le conoscono e non le vendono. Da una parte, dunque, il mio fruttivendolo, dall’altra i vari fruttivendoli di nome Mohammad, nei cui esercizi non metto piede neanche ora che la serranda del negozio dove mi fornisco abitualmente è abbassata per ferie. Piuttosto vado al supermercato, dove le varietà di frutta e di verdura magari sono agnostiche e però sullo scontrino non mi tocca leggere Mohammad: perché io discrimino anche onomasticamente, non esiste nessun Mohammad nel calendario dei Santi e io amo il calendario dei Santi e ogni fruttivendolo di nome Mohammad in più è un fruttivendolo di nome Giovanni in meno. San Giovanni e Sant’Anna, per la stragrande maggioranza dei miei connazionali, compresi tanti sedicenti cattolici, un sedano è un sedano è un sedano, a prescindere da chi lo vende: datemi la forza di non cedere al generale nichilismo ortofrutticolo. Nemmeno in agosto.

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