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Prego che San Camillo difenda il gioco d'azzardo

Camillo Langone

“Solo per canaglie e miserabili, incapaci di autogovernarsi, c’è la politica”

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San Camillo, rieccoti, rieccomi come ogni anno che Dio mi concede. Quest’anno la tua festa coincide con una campagnetta governativa contro il gioco d’azzardo. Roba da poco: un divieto non del gioco ma della pubblicità al gioco e non totale bensì con eccezioni. San Camillo, da giovane ti rovinasti coi dadi e con le carte e fu la conseguente indigenza a spingerti a fare l’infermiere, allora mestiere infimo, e fu tra i malati che trovasti la santità. Davvero Dio scrive dritto sulle righe più storte. Prego dunque che un Santo, o almeno un Beato, scaturisca dalle stortissime slot che sopravviveranno tranquillamente ai divietini statali. E che il decreto semiproibizionista abbia come esergo questo pensiero di Manlio Sgalambro: “Solo per canaglie e miserabili, incapaci di autogovernarsi, c’è la politica”.

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