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La frutta è cattiva e fa male

Camillo Langone
Nelle città riaprono i fruttivendoli, ritornano le tentazioni e dunque bisogna pregare per l’abolizione della frutta. La frutta è cattiva e fa male.
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Nelle città riaprono i fruttivendoli, ritornano le tentazioni e dunque bisogna pregare per l’abolizione della frutta. La frutta è cattiva e fa male. E’ ormai dimostrato (Jo Robinson in “Un piacere selvaggio”, Einaudi, riporta molti studi in proposito) che la maggior parte della frutta in commercio non è salutare: “La golden delicious contiene una quantità troppo bassa di fitonutrienti per ridurre il colesterolo e così tanti zuccheri da far aumentare i trigliceridi”, ad esempio. Le fragole non sanno di niente perché vengono raccolte immature: e le fragole lontano dalla pianta non maturano come si deve. Il 90 per cento delle prugne e albicocche (il 99 per cento delle prugne ed albicocche in vendita a Parma) passa direttamente dall’immaturità alla marcescenza, saltando la commestibilità, perché nei frigoriferi dei grossisti hanno subito il cosiddetto danno da freddo. Ciò che davvero giova sono le verdure, e neanche tutte. Chi va dal fruttivendolo per comprare banane, un concentrato di amidi, doveva starsene a casa e mettere l’acqua per la pasta: sempre un cibo diabetogeno, ma almeno non ingenera illusioni salutistiche e sostiene l’industria nazionale.
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